di Camillo Langone
Perché mai gli studenti
avrebbero dovuto maledire Claudio Magris? Lo avranno benedetto, invece, perché
è un autore assolutamente alla loro portata. Alla portata di maturandi e
signore iscritte a yoga, di seguaci dell’omeopatia e ascoltatori di Giovanni Allevi,
di credenti nel cibo biologico e vicepresidenti del sindacato dirigenti
scolastici: insomma il pubblico naturale di colui che si crede Italo Svevo e
Carolus Cergoly messi insieme mentre è solo e soltanto Claudio Magris.
Il magrisiano “viaggiare per
viaggiare” contenuto nel tema dell’esame di maturità è all’altezza della
immaturità del diciottenne contemporaneo. Per un giovane confuso, Magris è
quanto di meno impegnativo: esenta perfino dalla responsabilità di cercarsi una
direzione.
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