Gerry Scotti è entusiasta. L’ennesima apertura modernista Martini-Verzè la sente come «un traguardo fino a pochi anni fa inimmaginabile».
Si autoelegge «cattolico progressista»: tra simili ci si intende. Concepisce la Rivelazione come una serie interminabile di riforme ed aperture, atte a depenalizzare la colpa.
Allora è quasi deciso: finalmente si potrà divorziare; addirittura risposarsi senza troppi rimpianti. Si potrà separare quello che Dio ha unito senza troppi pianti.
Vita devota? Vecchiume. Testimonianza cristiana? Patetico anacronismo. Conversione? E perché mai, visto che la grazia agisce per una via a noi sconosciuta a prescindere dal credo religioso? Pentimento? No. Meglio far dire alla libera coscienza che il male, in realtà, è un bene e si risolve tutto senza troppe lunghe e inutili confessioni.
Li conosciamo i “cattolici per il no”, che hanno avuto sempre un programma accurato, per quanto si mostrino al mondo insicuri e piagnucolosi. Del progetto fa parte anche la depenalizzazione del divorzio in sede civile e dinnanzi a Dio.
Il lievito ci viene ormai dai farisei e il riso è scotto.
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2 commenti:
Da qualche anno a questa parte, e la cosa peggiora di giorno in giorno, ogni qualvolta leggo i lemmi "moderno" e "progressista" cominciano a prudere le mani...
Altro che riso scotto, son minestre riscaldate al fuoco della gnosi più vecchio che mai, e i velini.. tutti lì a pascersene come fossero novissimi.
Un saluto
Giampaolo
Purtroppo solo questi lemmi. Sfide, riforme, aggiornamenti, ammodernamenti, progettualità, evoluzioni, rivoluzioni, ritardi, traguardi... Fuori e dentro la Chiesa. Ormai bisogna necessariamente morire d'ansia per essere cristiani.
Delle cose importanti più nulla.
Grazie del commento.
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