Oggi si festeggia il santo piemontese.
Don Bosco muore all'Alba del 31 Gennaio 1888. Il messaggio educativo si condensa attorno a tre parole: ragione, religione, amorevolezza. Alla base del suo «sistema preventivo» c'è un profondo amore per i giovani, chiave di tutta la sua opera educativa.
***
roberto
_____________
È possibile parlare brevemente di Don Bosco senza tralasciare gran parte degli aspetti più significativi della sua vita?
Possibile, ma difficile. Assai difficile.
Quindi, solo qualche breve considerazione.
Non è obbligatorio per un santo realizzare parecchio, vedere i frutti dell’opera di Dio, divenire in breve tempo l’icona - l’archetipo - del parroco, del quale si è certi trovare sempre la disponibilità a dare un consiglio, un rimprovero mai finalizzato alla mortificazione o allo svilimento, un aiuto allo spirito che non sia di facciata.
Ma Don Bosco ebbe il dono e la vocazione della visibilità, della capacità di edificare, come del resto si richiede al ministero sacerdotale.
Li ebbe in dono e li fece fruttare. Ci mise del suo, cioè. La fatica, le scomodità, le umiliazioni, le persecuzioni anticlericali del Risorgimento ottocentesco.
Non posso dire “Don Bosco diceva…”, perché ne ha dette molte e su tutto.
Vi rimando ad una raccolta dei suoi pensieri.
E ne ricordo uno:
«Il dogma va predicato.
Esso è la sostanza della nostra Religione, quindi è necessario che i fedeli ne siano istruiti e lo conoscano: esso ha relazione intima colla morale.
Il dogma va predicato: 1) perché esso è la parte più nobile e vitale della religione; 2) il dogma è il segno, il carattere con cui il fedele si distingue dall’infedele; 3) il dogma è germe delle virtù soprannaturali; 4) il dogma è la materia della nostra fede: perché “fides est sperandarum substantia rerum”, dice san Paolo, “non apparentium”; e deve essere noto ai fedeli, affinché possa essere esercitata la loro fede; 5) il dogma dimostra la relazione che passa tra le verità naturali e le soprannaturali. Supera la forza della ragione, ma non è mai contrario a questa. Vi è tal nesso tra le verità dogmatiche, che negata una logicamente si dovrebbero negare tutte. 6) Il dogma va predicato, perché nutrisce l’umiltà che è il fondamento della vita morale. É la sottomissione dell’intelligenza a Dio rivelatore e alla Chiesa docente.»
(IX,733-4)
***
Don Bosco muore all'Alba del 31 Gennaio 1888. Il messaggio educativo si condensa attorno a tre parole: ragione, religione, amorevolezza. Alla base del suo «sistema preventivo» c'è un profondo amore per i giovani, chiave di tutta la sua opera educativa.
***
roberto
_____________
È possibile parlare brevemente di Don Bosco senza tralasciare gran parte degli aspetti più significativi della sua vita?
Possibile, ma difficile. Assai difficile.
Quindi, solo qualche breve considerazione.
Non è obbligatorio per un santo realizzare parecchio, vedere i frutti dell’opera di Dio, divenire in breve tempo l’icona - l’archetipo - del parroco, del quale si è certi trovare sempre la disponibilità a dare un consiglio, un rimprovero mai finalizzato alla mortificazione o allo svilimento, un aiuto allo spirito che non sia di facciata.
Ma Don Bosco ebbe il dono e la vocazione della visibilità, della capacità di edificare, come del resto si richiede al ministero sacerdotale.
Li ebbe in dono e li fece fruttare. Ci mise del suo, cioè. La fatica, le scomodità, le umiliazioni, le persecuzioni anticlericali del Risorgimento ottocentesco.
Non posso dire “Don Bosco diceva…”, perché ne ha dette molte e su tutto.
Vi rimando ad una raccolta dei suoi pensieri.
E ne ricordo uno:
«Il dogma va predicato.
Esso è la sostanza della nostra Religione, quindi è necessario che i fedeli ne siano istruiti e lo conoscano: esso ha relazione intima colla morale.
Il dogma va predicato: 1) perché esso è la parte più nobile e vitale della religione; 2) il dogma è il segno, il carattere con cui il fedele si distingue dall’infedele; 3) il dogma è germe delle virtù soprannaturali; 4) il dogma è la materia della nostra fede: perché “fides est sperandarum substantia rerum”, dice san Paolo, “non apparentium”; e deve essere noto ai fedeli, affinché possa essere esercitata la loro fede; 5) il dogma dimostra la relazione che passa tra le verità naturali e le soprannaturali. Supera la forza della ragione, ma non è mai contrario a questa. Vi è tal nesso tra le verità dogmatiche, che negata una logicamente si dovrebbero negare tutte. 6) Il dogma va predicato, perché nutrisce l’umiltà che è il fondamento della vita morale. É la sottomissione dell’intelligenza a Dio rivelatore e alla Chiesa docente.»
(IX,733-4)
***
silvio
4 commenti:
… te possino!!!!!!!!!!
Avevo già preparato il post, ma sei arrivato prima.
Mi sono intrufolato.
Excuse me!!!!!!!!!!!!!
Ciao
Eh,eh Don Bosco,e` cosa mia,questa sera alle 21 ci sara` una messa solenne in Maria Ausiliatrice, chiesa che San Giovanni Bosco volle come monumento di riconoscenza alla Vergine Maria,
Hai fatto benissimo a integrare, quanto solido e sano tomismo,gronda dalle sue parole.
Ciao
Un grande Santo e un grande conoscitore dei giovani.
Ciao, Michelangelo.
Posta un commento