venerdì 11 settembre 2009

Celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia - 02

«Il processo storico di unificazione dal 1848 al ‘61 si è svolto contestualmente a una vera e propria guerra di religione condotta nel Parlamento di Torino - dove tra i liberali siedono i massoni - contro la Chiesa cattolica. I liberali aboliscono tutti gli ordini religiosi della Chiesa di Stato, spogliano di ogni avere le 57.492 persone che li compongono, sopprimono le 24.166 opere pie, lasciano più di 100 diocesi senza vescovo, impongono al clero l’obbligo di cantare il Te Deum per l’ordine morale raggiunto, vietano la pubblicazione delle encicliche pontificie, pretendono siano loro somministrati i sacramenti nonostante la scomunica, e, come se nulla fosse, si proclamano cattolici
Citazione da Giornalettismo

Scatenata Angela Pellicciari sul Risorgimento. Non solo pubblica un nuovo libro, ma gliele canta a dovere a Ernesto Galli della Loggia che, a sua volta, gliele aveva cantate a dovere a un povero studente che si era permesso appena appena di criticare il Risorgimento. Della Loggia, sul Risorgimento, aveva detto una serie di inesattezze, stereotipi e luoghi comuni. Anzi, la solita serie di inesattezze, stereotipi e luoghi comuni di stampo liberale.

Celebriamo, sì, ma nella verità.

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silvio

4 commenti:

Paolo ha detto...

E' strano che Galli della Loggia rimbrotti - comunque abbastanza bonariamente, mi pare - il povero studente. Dovrebbe conoscerla bene la storia, avendo scritto "La morte della Patria". Tesi: il 1943, con la guerra civile, ha sancito la fine dell'illusione dell'idea di nazione cui principalmente il Risorgimento, bisogna riconoscerlo, diede corpo e anima (in parte nera).
In base a questo spunto, che in sostanza condivido, si dovrebbe arrivare alla logica conclusione che quelle idee risorgimentali positive basate, come dice della Loggia, sulla libertà e la democrazia (presunta, per pochi eletti, diciamo quel circa 2% che votò al parlamento l'unità) sono sfociate in un triste fallimento. Il fascismo, che pure a Mazzini si rifaceva, è anche una reazione al fallimento del processo nato dagli ideali risorgimentali. Il 1943 non ha fatto altro che far venire al pettine i nodi.
Su questo, però, Galli della Loggia non dice nulla. Si limita alla difesa d'ufficio, stanca, della parte da lui ritenuta "buona" del Risorgimento.

Anonimo ha detto...

Non bisogna dimenticare che la scuola, quella che oggi ci ritroviamo, è parte integrante di quel progetto massonico risorgimentale di "fare gli italiani" di d'azegliana memoria. Non ci si può dunque stupire se sotto le mentite spoglie della storia si persiste ad ammannire la vieta oleografia agiografizzata dei mille e sodali affini... è precisamente per questo scopo che la scuola nazionale, non a caso obbligatoria, fu istituita.
Da questo punto di vista, paradossalmente, il fatto oggi essa sia allo sbando potrebbe essere più un bene che un male, viste le finalità perverse per cui nacque.

La battaglia culturale, a mio avviso, sarebbe da combattere sul fronte dell'editoria scolastica: ottenere che storici di vaglio trovino spazio sui manuali in uso, e non solo presso case editrici di nicchia.

Un saluto

Giampaolo

silvio ha detto...

@ Paolo: la Pellicciari, infatti, è stupita di questa strana uscita del Della Loggia e dice comunque di ammirarlo. Nel mio piccolo, anch’io, perché Della Loggia esce spesso dal coro. Ad esempio, durante una trasmissione, ha strigliato la sinistra, che insiste sulla questione morale, sulla moralità, sul moralismo. Della Loggia disse che l’unica moralità è la verità.

@ Giampaolo: infatti, credo che, dopotutto, la scuola abbia forgiato quella forma mentis dalla quale nemmeno Della Loggia, per essendo personalità di grande acume, è riuscito a liberarsi. Spero che comprenda di essere caduto in un, diciamo così, sortilegio. O incantesimo culturale.

Paolo ha detto...

Comunque, Della Loggia in fin dei conti è ben inserito negli ambienti del Corriere della Sera. Visto che quest'ultimo ha iniziato da tempo una campagna politica di lungo respiro per il dopo Berlusconi, in cui i festeggiamenti per l'unità (con polemiche strumetali annesse, vedi Napolitano)possono giocare un certo ruolo in chiave antimaggioranza, può darsi che Della Loggia si sia prestato a questo obiettivo.