giovedì 17 settembre 2009

Chiese-stadio che fanno perdere la già debole fede

«Si deve riconoscere che da tempo l'alleanza tra fede e arte si è infranta. L'arte ha lasciato il tempio, ha relegato su uno scaffale polveroso il grande codice religioso e le grandi narrazioni bibliche. […] L'arte ha abbandonato la concezione secondo la quale l'opera artistica incarna una visione trascendente dell'essere e si è dedicata a ricerche autoreferenziali, orientate anche verso la provocazione

mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura


Alla buon’ora! Sembrava che le parole di Camillo Langone, circa il naufragio dell’architettura sacra, fossero destinate all’oblio. Sembrava che per il clero non fosse un problema la rassomiglianza tra le Chiese moderne e le autorimesse.

E invece mons. Ravasi confessa l’ovvio: «un certo cattivo gusto, oggi, è un dato di fatto». Alla faccia del cattivo gusto! Com’è mai potuto venire in mente a certi prelati di affidare agli atei la progettazione di edifici sacri? Atei mediocri e protervi, perdipiù.

Si unisce alla constatazione Vittorio Sgarbi, che plaude a Ravasi: «Le architetture religiose contemporanee denunciano l’assenza di fede e sembrano negare il mistero».

Bravo Sgarbi, cantagliele (magari un po’ tardi): «Così le nuove chiese tentano pateticamente di somigliare a stabilimenti industriali in ossequio a un’ideologia che intende la bellezza e la ricchezza come una colpa». L’importante era destarsi dall’ipnosi modernista.

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silvio

2 commenti:

rita ha detto...

Ho parlato di te sul mio blog.
Senza nulla a pretendere, diceva Totò. Ciao e scusa l'intrusione! Rita

http://rapyna.splinder.com/

silvio ha detto...

Grazie. Queste parole di stima ci aiutano non poco. Ovviamente parlo al plurale, perché le tue parole sono rivolte a noi tutti di Sivan.