martedì 8 settembre 2009

Val più una pagina di Cortès che cento omelie.

Della serie : val più una pagina di Cortès che cento omelie.

Premessa:
Vittorio Messori in un articolo qui scrive,<< che è in atto una strategia di lungo respiro di Benedetto XVI per contrastare un per lui inaccettabile «federalismo clericale», che anche all-interno della Chiesa hanno dimenticato un altro principio praticato dalla gerarchia cattolica di un tempo. Il principio, cioè, del divide et impera: la Catholica è l’ultima «monarchia assoluta», dove il potere illimitato del vertice si regge sull’equilibrio dialettico, sempre felpato ma non sempre idilliaco, dei poteri subordinati?>>.

Nonstante cio' bisogna ricordare che la Chiesa e' istituzione divina e si distingue dalle realta' meramente umane.
Questo principio che e' un pricipio di verita' perche' tiene conto sia del naturale ma anche del soprannaturale e' descritto con magnifiche parole da Donoso Cortes:
<<La Chiesa e' la sola monarchia che abbia conservato intatta la pienezza del diritto, restando in continuo contatto con una oligarchia potentissima, ed e' pure l'unica oligarchia che, pur soggetta a un monarca assoluto, non abbia conosciuto ribellioni e turbolenze. Come i principi seguono il re, dietro i principi vengono i sacerdoti, investiti di un ministero santissimo. In questa societa' prodigiosa tutto succede in modo diametralmente opposto a quel che succede nelle associazioni umane. In queste la distanza tra coloro che stanno alla base e coloro che occupano il vertice della gerarchia sociale e' cosi' grande che i primi sono tentati di ribellione e i secondi di tirannia. ...... Nella Chiesa le cose sono ordinate in modo tale che sono impossibili sia le tirannie sia le ribellioni. Se consideriamo da sola la dignita' del pontefice, la Chiesa ci appare come una monarchia assoluta. Se la consideriamo nella sua struttura apostolica ci appare come una potentissima oligarchia. Se osserviamo la dignita' propria a prelati e sacerdoti e dall'altra l'abisso esistente tra il sacerdozio e il popolo, la Chiesa assume i contorni di immensa casta aristocratica. Ma quando si posa lo sguardo sulle moltitudini di fedeli sparsi per il mondo, e si vede che apostolato, pontificato e sacerdozio sono al loro servizio e nulla in questa societa' prodigiosa e' stabilito in favore di chi comanda ma tutto e' per la salvezza di chi obbedisce....la chiesa appare una immensa democrazia.>>
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roberto

2 commenti:

silvio ha detto...

È vero, la Chiesa non è contraria per principio a nessuna forma politica, compresa la democrazia. Appoggiò, infatti, per anni la Democrazia Cristiana, ad esempio. È solo contraria all’ideologia del democratismo, espresso nel Sillon francese. O anche alla stessa monarchia, nella veste di assolutismo.
Per le dottrine social-comuniste la totale chiusura è data dalla loro natura “intrinsecamente perversa”. Il nazismo, poi, credo rientri in una forma di assolutismo ateo.

roberto ha detto...

Nell'ambito puramente politico e terreno queste diverse forme di governo (monarchia,oligarchia,aristocrazia,democrazia non possono convivere senza perdere qualcosa.
Nella chiesa invece societa' sovraterrena,possono combinarsi senza perdere nulla della loro originaria purezza e della loro grandezza.
La Chiesa si si puo' definire un immensa aristocrazia diretta da un potere oligarchico posto in mano a un re assoluto il cui ufficio e' quello di offrirsi in perpetuo olocausto per la salvezza del popolo.Sono sempre parole di Cortes