venerdì 23 luglio 2010

Anche Gaudí s’è convertito per gradi

Antoni Gaudí i Cornet

«Gaudí propose al suo compaesano (Joan Baptista Grau i Vallespinós, vescovo di Astorga) la convenienza di eliminare il conopeo [Piccola tenda o cortina che ricopre il tabernacolo indicando la presenza del SS. Sacramento], per rendere visibile il tabernacolo magnificamente scolpito.
- Proprio il conopeo - ricordò Grau - esprime la regalità di Gesù Sacramentato, dogma fondamentale della nostra religione.
- Ma in questo tabernacolo - insistette Gaudí - la regalità è sottolineata dalla mano dell’artista, fino al punto che il manto regale è permanente, scolpito al suo esterno sostenuto dagli angeli.
- Forse lei ha ragione su questo punto, un pochino di ragione - disse il vescovo guardando di nuovo la scena della Risurrezione di Gesù che adorna il tabernacolo.
- Su questo e su tutto! - esclamò Gaudí infuriato.
- Sa che possiamo fare? Eleveremo una petizione alla Sacra Congregazione dei Riti. Lei stesso può redigere l’istanza.
Gaudí lo fece immediatamente e la risposta della Santa Sede neppure si fece attendere: “Per nessun pretesto si può ammettere la soppressione del conopeo, elemento liturgico di insostituibile significato”.
Questa decisione lasciò impressa nella mente di Gaudí un’impronta incancellabile. Lungi dall’arrabbiarsi, reagì soprannaturalmente e molte volte lungo il corso della sua vita riferì l’episodio, commentando la lezione come “la pietra miliare più importante del mio processo creativo”. La Provvidenza aveva agito un’altra volta nella formazione di uno strumento che voleva perfetto, correggendo una piccola deviazione e confermandogli che l’arte cristiana è al servizio della liturgia. Gaudí si convertì da allora in uno dei più efficaci propulsori della restaurazione liturgica».
***
silvio

Nessun commento: