venerdì 30 luglio 2010

Genesi della destra

Joseph de Maistre

Per comprendere meglio perché Langone ha ragione da vendere (“Voi la destra non sapete nemmeno che cosa sia”) e Granata torto marcio (rappresentare “la storia antica, nobile e trasparente della destra italiana”).
La vera destra, autentica e originaria in senso politico è quella nata per combattere la Rivoluzione francese, e restaurare nei suoi aspetti strutturali e di principio l’Antico Regime. Essa trova la propria forza e trae le sue idee dai principi che difende e non da una mera opposizione alla Rivoluzione. Sono i principi cattolici e tradizionali i quali mossero i vandeani, i guerrieri cristiani della Navarra, i Tirolesi di Hofer, quelli della Calabria, Messico e Spagna. Solo questa destra è capace di dare vita alla controrivoluzione e di condurre un popolo a risorgere.
A questa autentica destra se ne affiancano altre due “false destre”, “destre rivoluzionarie” nate col procedere della Rivoluzione nella sua fase liberale prima e socialista poi. Nasce così il liberalismo conservatore e poi il nazional socialismo, che intende conservare le conquiste della fase socialista della Rivoluzione per non scivolare nel comunismo.
Queste due false destre indeboliscono, affiancandola e in certi casi sovrapponendola, la vera, autentica destra, sono destre di fatto e non di principio, queste sono destre che solamente si oppongono alla Rivoluzione, sono rivoluzioni di segno contrario e non il contrario della Rivoluzione come tale è l’ autentica destra.
Ebbene il fascismo italiano si presenta come blocco storico abbracciando, fasciando in esso, queste tre destre stratificate. Gramsci? Sul piano umano non è paragonabile a Stalin responsabile di molti eccidi, su quello del pensiero politico al suo pari è certamente un rivoluzionario, anzi lo considero il padre di quell’ultimo travestimento dell’ideologia; quello tecnocratico (la tecnica risolve meglio della politica).
La gramsciana filosofia della prassi si presenta come critica del senso comune. Ebbene nella recente sentenza Lautsi vs italie del 3 novembre 2009 (sul crocefisso nelle scuole pubbliche) i giudici di Strasburgo hanno sentenziato che “la scuola pubblica dovrebbe inculcare agli allievi un pensiero critico” Tipico esempio di tecnocrazia, in questo caso dei giudici (agenti dell’egemonia) a cui spetta il compito di favorire la critica del senso comune.
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Roberto

6 commenti:

Riccardo ha detto...

Perché non fate un post dove spiegate come mai la destra si rifà all'ancient regime, e togliete un po' di incrostrazioni che ci sono sopra questo nome? Di solito esso viene associato all'abuso della nobiltà sul popolo.

roberto ha detto...

Ciao Riccardo,
sì, domani scriverò qualcosa.

Paolo ha detto...

Quando si è cominciato a teorizzare e praticare in modo sistematico (ordinato: perché l'ordine può essere l'habitat ideale per i sistemi nichilistici di grandi dimensioni) altre finalità della legge positiva (oltre alla Giustizia obiettivamente intesa), si è inteso sostituire la legge naturale, cioè la legge divina, ossia la legge del Padre, con "il potere dell'uomo sull'uomo". Di lì è cominciata la "rivoluzione permanente", la decivilizzazione e l'infantilizzazione come tendenza chiaramente visibile nella nostra società. L'Antico Regime aveva in parte probabilmente già tradito, ma questo non giustifica certo i barbari democratici.
cordiali saluti!

silvio ha detto...

Concordo. Crollata la metafisica, non rimaneva che il contratto sociale come senso ultimo. Contratto che si può variare a piacimento, a capriccio.

Riccardo ha detto...

Riguardo de Maistre, su wikipedia si dice che era affiliato alla massoneria. Che voi sappiate, è vero o no?

silvio ha detto...

Io no, mi defilo. Di De Maistre ho solo un libro, anzi un libretto: “Lo stato della restaurazione”.
È contenuta anche un’introduzione che ne delinea il pensiero e la vita. Ma è solo un’infarinatura.
Comunque, chi ha compilato la voce su Wikipedia cita anche la fonte: una lezione del dott. Ignazio Cantoni che, a sua volta, cita l’opera “La Massoneria nel pensiero di un filosofo cristiano della fine del Settecento. Lettera del conte G. de Maistre al duca di Brunswick”, di Vincenzo Francia.
Per cui, se esistono i documenti storici epistolari, credo che l’ipotesi sia verosimile.