giovedì 1 luglio 2010

I fatti si ergeranno a giudizio


Se qualcuno si fosse chiesto il perché della reprimenda di Benedetto XVI al cardinal Schönborn e si fosse risposto “ovviamente perché ha trattato male Sodano”, avrebbe ragione solo a metà.
Il vero motivo a monte, oltre che qui, lo si può intuire dalle stesse parole di Schönborn, che attribuisce la crisi della Chiesa alla secolarizzazione (Il Foglio, 26-6-10). Il Papa viceversa - e con lui chi non sia diventato completamente tonto - sa perfettamente che il maggior pericolo per la Chiesa non viene dall’esterno, ma dall’interno. Errori, false dottrine, disobbedienza, modernismo, ecc…
L’atmosfera è ormai surreale. Il Pontefice lo si vede attorniato da inquietanti porporati non precisamente taciturni, che si smentiscono a vicenda e - peggio - smentiscono lo stesso Pontefice. Quotidianamente. A ruota libera.
E a proposito di modernismo, i modernisti attaccano. “Don” Vito Mancuso (non teologo, ma prete spretato e sposato) credendo di avere fede, ci dà la consueta lezioncina su Repubblica, zattera dei cattoadulti: la colpa della crisi è la troppa autorità di una Chiesa cesaropapista e malata di potere.
Camillo Langone non ce la fa più ed esplode: caro il mio «filosofo animista, […] la Chiesa è prostrata dall’anarchia» portata dai protestanti come te, che sono «la foglia intellettuale di fico degli ateisti che leggono Repubblica» e che immaginano «la Chiesa come Umberto Eco e Dan Brown». Ci va giù duro Langone, perché i cattoadulti non ci stanno ad essere incolpati dai fatti.
Non da Langone, che elenca i fatti, ma dai fatti.
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silvio

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