giovedì 15 luglio 2010

Questo è un regalo di San Bonaventura


Allora, è stato aggiornato il Motu prorpio Sacramentorum sanctitatis tutela e le normae de gravioribus delictis.
Sì, d’accordo, i giornali la buttano su una maggiore severità circa la pedofilia. Ma non è questa la notizia - a questo punto direi - storica. La riforma - e questa volta finalmente si tratta non di rivoluzione, ma di restaurazione dell’antica forma - investe non solo il delitto di pedofilia, ma anche «i delitti contro la fede (cioè eresia, apostasia e scisma)».
Non solo: viene dato più potere alla Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Santo Uffizio), che potrà intervenire sui succitati delitti - dicasi delitti - di eresia, apostasia e scisma.
Stupefacente, perché questo contrasta in modo chiarissimo con il cosiddetto “spirito del concilio”, riassunto dal Papa Giovanni XXIII (lo ripeto ancora, fino alla noia): «Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessità odierne, esponendo più chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando. Non perché manchino dottrine false, opinioni, pericoli da cui premunirsi e da avversare; ma perché tutte quante contrastano così apertamente con i retti principi dell’onestà, ed hanno prodotto frutti così letali che oggi gli uomini sembrano cominciare spontaneamente a riprovarle […]».
Ormai queste stravaganti e ingenue parole, hanno smentite sempre più clamorose: la Chiesa, in aperto contrasto allo “spirito del concilio”, sta imbracciando invece proprio le «armi del rigore» contro le «dottrine false, opinioni, pericoli».
Tre le possibilità: o mi sto rimbecillendo (può certamente essere così), o le regole della grammatica sono cambiate, o davvero la Chiesa sta apertamente contraddicendo il Concilio Vaticano II.
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silvio

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