lunedì 5 luglio 2010

Dio voglia che la Chiesa torni autorevole e severa


Mi dispiace continuare lo stillicidio sulla Chiesa (peraltro noioso), ma tutto deve rimanere ben registrato e consegnato ai posteri, perché chi giudicherà la nostra epoca non abbia a confondersi sulle responsabilità.
   
L’Anno sacerdotale è finito, con gran sollievo della maggior parte dei chierici, che continuano a disertare i confessionali e non mettono la Croce al centro dell’altare. Fanno male ad andare in vacanza, perché dovrebbero mettersi il cilicio e passare il ferragosto in ginocchio.
Evidentemente, al Cielo non va giù che si disobbedisca al Papa ed ha prorogato (il Cielo, non il Papa) l’Anno sacerdotale, nel senso che i cadaveri delle malefatte sono in fase di riesumazione ed il lezzo dei morti decomposti si spande per l’Occidente. Anche se l’ultimo impietoso bollettino parla di altri trecento (300) casi di pedofilia in Belgio, che aggiunti ai già noti potrebbero portare alla bancarotta vaticana, la pedofilia non è certo il primo problema della Chiesa. Semmai, è uno degli effetti della nota pastorale patologica lassista, che sta per compiere indisturbata il mezzo secolo.
  
Il Vaticano fa ora la voce grossa, ma troppo tardi e - soprattutto - in aperta contraddizione al cosiddetto spirito del Concilio Vaticano II. Il programma conciliare è del tutto evidente ed è pure applicato alla perfezione: niente più severità, ma solo buonismo, chiamato impropriamente “medicina della misericordia”.
No. Il Pontefice è costretto dai fatti a smentire tale spirito, non certo santo, ma diabolico. Usa una rinnovellata severità ed autorità, ma forse troppo timidamente, forse troppo documentale e poco praticata.
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silvio

8 commenti:

Riccardo ha detto...

Mi chiedo stavolta come la prenderà Daneels, visto che questi casi si sono verificati in un paese iper progressista. Secondo voi cosa dirà?

Anonimo ha detto...

è un momento triste per la Chiesa, ma anche una possibilità. possibilità di alzare nuovamente la testa, ricordarsi del suo passato glorioso e pretendere maggior rispetto, tornare ad essere non solo "autorevole" ma, passatemi il termine, autoritaria! Cristo non si fece scrupoli a prendere a frustate i mercanti nel tempio... ormai la Chiesa è l'ombra di se stessa. Ma se è tardi, non è mai troppo tardi! Si è concesso troppo, e il nemico è prosperato. Avete notato che nelle omelie i termini Diavolo, Paradiso, Inferno, Angeli, Giudizio... non vengono più detti. Si ha paura di proporre un messaggio in cui molti dei nostri cosidetti pastori manco credonon più... non c'è bisogno di leggere il grandissimo Gabriele Amorth per scoprire che ci sono vescovi!!! che pensano che Satana sia solo un'idea...un mito... sono triste, molto triste. Serve un nuovo San Giorgio, un nuovo cavaliere dalla schiena dritta che abbia il coraggio di essere se stesso e che ridoni questo coraggio alla nostra chiesa decisamente smarrita.. attaccata da tutti, perchè non insorge con forza a prentedere rispetto! siamo la Chiesa di Cristo... ma molto si è perduto ormai in dignità e coraggio.

silvio ha detto...

@ Riccardo: ci propinerà il mantra modernista, che oggi è ripetuto a pappagallo: “tutta colpa della secolarizzazione”.

@ Idea: sì non è troppo tardi. A parte l’amarezza per la situazione, è necessario il contributo di tutti affinché la musica cambi per il meglio.

Paolo ha detto...

C'è stato un '68 nella Chiesa e tra i preti ( o un 1789 come qualcuno disse a suo tempo)dopo il CVII, e i frutti amari si vedono bene adesso. Liberazione dal principio di autorità, ergo, quasi nessuno oggi obbedisce più al Papa. Liberazione sessuale (anche nella mentalità dei preti)con tutto quello che ne è conseguito, tra cui una Chiesa smarrita e incapace di affrontare con serenità questa che oggi è una delle primarie, diaboliche ossessioni del mondo moderno.
Umanamente la partita mi pare persa. Risollevare la chiesa dei chierici moderni mi sembra quasi come voler cercare di risollevare la scuola italiana, l'ambiente più emblematico per toccare con mano le devastazioni totali fatte dal sessantottismo.

silvio ha detto...

Beh, certo, adesso non si può fare molto di efficace. Ma tutto quello che stiamo facendo è già molto, seppure inefficace.
So che lo pensi anche tu, caro Paolo. Questa nostra avventura la vedo sempre meglio. A me personalmente dà pace, non inquietudine. Sto cominciando a credere che esiste la perseveranza, perché finora ne avevo solo notizie indirette.
L’estate porterà consiglio. Sento che Dio è anche Re dell'estate.

Don Lucio - Viedellospirito ha detto...

La "medicina della misericordia" unita alla omertà tradizionale diventa un vero tarlo per la Chiesa. Io ci trovo, forse erroneamente, un certo influsso inconscio protestante. Anche per la Chiesa Cattolica "medicina della misericordia" diventa il manto che copre ogni genere di immondizia; il tutto garantito dal silenzio. Nei tempi antichi, la purificazione passava per una vera pubblica penitenza. Noi che cosa aspettiamo? Don Lucio

Paolo ha detto...

Sì, certo, infatti dicevo di prospettive solo umane, che contano poco. Se e quando Dio vorrà, si alzerà e sederà la tempesta. Anche io vedo segni positivi, anche se non là dove dovrebbero notarsi di norma. Il pessimismo non dovrebbe far parte della fede.

Bella poi quella tua frase sull'estate. Proprio in questi giorni riflettevo sull'atmosfera speciale dell'estate, perché pare anche a me che Dio parli in modo particolare in questo tempo dell'anno. E poi, il solleone: sotto il segno del Leone, che non è per noi un segno astrologico, ma è Cristo Re, leone della tribù di Giuda, che appunto domina sovrano sull'estate.

silvio ha detto...

@ Don Lucio: queste tue parole, padre, sono un balsamo. Il tuo sacro ministero mi edifica non poco. Ogni volta mi fai capire che ho dimenticato di scrivere qualcosa. Questa volta ho omesso di dire che al singolo fedele penitente dev’essere presentato Gesù come divina misericordia, per non spegnere un lume fumigante, come c’insegna Cristo. Era da specificare che la severità autorevole è una medicina che può salvare i cuori ostinati nel peccato.

@ Paolo: esatto, il leone. Poi anche il nome del nostro blog, Sivan, simboleggia l’inizio dell’estate. O meglio il periodo della mezza estate, quando il confine tra i due mondi diviene sottilissimo, come dice Shakespeare. Poi c’è il calore, del quale ci parla anche Vittorio Messori nel libro “Perché credo”, dove pone la sua conversione in una calda estate della sua giovinezza.