venerdì 2 luglio 2010

Impudenza


Il nuovo Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione (o qualcosa del genere) voluto dal Papa? Benissimo. A patto, però di non mettere un piede nel precipizio; a patto di memorizzare alcuni fatti e di capire cosa sia l’impudenza:

1) Direi che il post-concilio sia finito. Per fallimento pastorale, chiaramente. Ma attenzione al colpo di mano già in atto: i modernisti - artefici del disastro, in complicità con la secolarizzazione - già preparano il catino pilatesco per il lavaggio delle proprie mani. Tutta colpa della secolarizzazione, dicono. Tutta colpa, poi, di quella parte della Chiesa ancorata ai vecchiumi del passato: principio di obbedienza, difesa della verità, azione nella sfera temporale, amore per la Traditio apostolica. “Vecchiumi”, tra l’altro, cari ai santi.
2) Quest’analisi contrasta però con la realtà, mai amata troppo dai cattolici della “scelta religiosa”, dai cattolici “adulti”. È una realtà fattuale molto semplice: ai posti di comando, in questo quasi cinquantennio, c’erano loro, i modernisti. Sotto di loro è dilagata l’anarchia, è stata calpestata l’obbedienza, s’è rinunciato alla predicazione della verità, s’è contestato il Magistero e la santa Gerarchia, s’è insegnata una stucchevole religione pauperista, spiritualista e disincarnata, sorella della new age. Al comando, cioè, non c’era più il “vecchiume”, ma lo sciapito neoterismo.
3) Il risultato disastroso di questa prassi è arcinoto e non falsificabile: crollo del sacerdozio in numero e qualità, crollo della fede, irrisione della verità, esaltazione della disobbedienza, lassismo etico e conseguente relativismo, banalizzazione liturgica, naufragio degli ordini religiosi (tra i più gloriosi), diserzione del confessionale, impunità canonica, sfascio del gusto artistico e culturale, ignoranza religiosa, protesta, ossessione per il nuovo, demonizzazione del passato, frenesia schizoide per le sfide, inquietudine spirituale. Frutti della secolarizzazione, certo. Mali esterni. Ma pure interni, ad opera dei capricciosi nipotini di Lutero.
E sono ancora lì, a seminare zizzania e confusione.
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silvio

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