di Paolo Rodari
“Per aver detto ciò che penso su Enzo Bianchi mi danno del
cattolico tradizionalista, pigiando con disprezzo sull’aggettivo, ma io non mi
sento tale, mi sento piuttosto cattolico punto e basta, uno che senza offendere
nessuno cerca di difendere la vera teologia dai falsi profeti, da coloro che
dicono di fare teologia e invece altro non fanno che una squallida filosofia
religiosa. Bianchi è uno di questi”.
Del clero romano, già decano
della facoltà di Filosofia alla Pontificia università lateranense, “il più
solido filosofo metafisico che le facoltà teologiche romane e italiane abbiano
conosciuto dopo padre Cornelio Fabro” (copyright Sandro Magister), insomma non
proprio l’ultimo arrivato, monsignor Antonio Livi spiega al Foglio dove diavolo
abbia trovato il coraggio (e soprattutto per quale motivo l’abbia voluto
trovare) di attaccare a testa bassa, qualche settimana fa, il monaco più
mediatico del panorama ecclesiale italiano, Enzo Bianchi il quale, oltre che
fondatore e priore di Bose, è scrittore prolifico ed editorialista per
Repubblica, Sole 24 ore, Avvenire e Famiglia Cristiana. [leggi tutto]
© Il Foglio
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