di Marcello Veneziani
«Ecco avanzare in Ungheria lo
spettro della reazione... sotto l’egida del clericalismo conservatore con
l’intento di tornare al passato, annullando la democrazia e la libertà». È
impressionante notare che le stesse parole usate oggi in Europa per condannare
la nuova Costituzione ungherese, rea di difendere la tradizione, la famiglia e
la sovranità nazionale e popolare rispetto al potere delle banche, siano state
adoperate dal compagno Sandro Pertini per sostenere nel 1956 l’invasione dei
carri armati sovietici in Ungheria. [leggi
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© Il Giornale
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