venerdì 6 aprile 2012

Venerdì santo - Passio Christi

Ho presentato il dorso ai flagellatori

“Ed essendo nell’angoscia, pregava più intensamente. E il suo sudore diventò come grumi che cadevano a terra” (Lc 22, 44).
La similitudine dice di coloro che soffrono in maniera veementissima e che combattono: Sudore di sangue; come anche di coloro che gemono amaramente: Piange sangue. Volendo mostrare che il corpo del Signore non stillò con certe tenui gocce, e apparenti quasi a motivo di dimostrazione, ma che veramente era tutto irrorato con sudore di gocce più abbondanti, si servì dei grumi di sangue per riprodurre l’immagine della realtà.
Dunque, veniva poi mostrato che, come mediante un’intensissima preghiera e molta angoscia, così anche per mezzo della grossezza delle gocce di sudore il Salvatore era uomo nella natura e in modo vero, e non nell’immagine e nella fantasia, e che era soggetto alle naturali, ma anche non colpevoli, passioni degli uomini.
E come, sostenendo spontaneamente la morte (cfr Gv 10, 18) nella carne, ha piantato in essa l’immortalità, così anche, ammettendo nella volontà la passione della paura, ha seminato per mezzo di essa la costanza e la fortezza, con cui ha corroborato i credenti in lui per i grandi combattimenti del martirio. Per questo anche i grumi del suo sudore scorrevano in maniera mirabile come gocce di sangue, affinché in certo qual modo disseccasse ed espellesse la fonte dell’ignavia della nostra natura.
Altrimenti, se ciò non fosse avvenuto come in mistero e se uno non fosse stato del tutto codardissimo e paurosissimo, si sarebbe dovuto bagnare contro natura con le stille di sangue come gocce di sudore provenienti soltanto dall’angoscia.
Tale è anche quello che si dice, che un angelo era accanto al Salvatore e lo confortava (cfr Lc 22, 43). Anche ciò infatti avveniva a motivo della nostra economia. Poiché coloro che sono in procinto di affrontare come delle sacre gare di combattimento per la fede, hanno degli angeli dal cielo che li aiutano.

Dionigi di Alessandria (248-265 d.C.)
Dal trattato Interpretazione di 22, 42-48 del santo Vangelo secondo Luca

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