di Silvio Brachetta
Presso gli ebrei era chiamata Festa delle settimane, perché
celebrata il giorno successivo alle sette settimane dopo la Pasqua. Pentecoste,
in seguito. Ma perché celebrarla dopo la Pasqua? Perché la Pasqua ebraica è il passaggio del Mar Rosso, la traversata
dalla schiavitù egiziana alla libertà della terra promessa. In seguito, nel
deserto, Mosè sale sul monte Sinai, dove riceve da Dio la Legge. E gli ebrei,
da allora, festeggiano quel giorno in ricordo del dono immenso e arcano che Dio
aveva concesso al suo popolo: la libertà che nasce dall’obbedienza a un
precetto. Sembra, questa, una contraddizione. Eppure la Chiesa continua a
celebrare la Pentecoste perché Gesù Cristo non si è limitato a dirci di amarlo
e di amare gli altri, ma ce l’ha bensì comandato con il «comandamento nuovo»
dell’amore (Gv 13,34), come insegnò San Pio da Pietrelcina. [leggi tutto]
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