Dalì: Voltaire e la schiavitù |
Un lettore le
canta a dovere al direttore di Avvenire:
«Caro direttore,
ho sempre trovato
incomprensibile la subalternità di alcuni cattolici nei confronti della vulgata
laico-illuminista che da qualche secolo dipinge il Medioevo cristiano come un
periodo oscuro e superstizioso. Per questo ho avuto un moto di sconforto quando
ho letto il titoletto a commento del servizio sui debitori “schiavizzati” in
Pakistan: “Il Medioevo del Duemila” (Avvenire del 23 giugno, pagina 17). Ma
come! Se c’è stato un periodo storico in cui nell’Europa il fenomeno della
schiavitù è scomparso è proprio quello della “cristianità” medievale!
Solo a partire dal
Rinascimento, con la colonizzazione delle terre lontane, la tratta di schiavi
in Europa è stata nuovamente accettata dalla cultura dominante, al punto che il
‘tollerante’ Voltaire possedeva le azioni di una società impegnata nel lucroso
business. Dal punto di vista storico sarebbe stato più appropriato scrivere ‘L’Illuminismo
del Duemila’! Ormai è risaputo che sul Medioevo è stata costruita ad arte una
leggenda nera in funzione anticristiana, che ancora oggi mette alla prova la
fede di molti. Avvenire non può permettersi di contribuire a essa. Nemmeno con
un titoletto sbagliato.»
Benedetto Rocchi, San Polo in Chianti (Fi)
Tarquinio risponde
che, sì ha ragione, ma nel Medioevo c’era la schiavitù in quanto c’era l’Islam schiavista
e qualche sodale europeo. Ma che c’entra? Il termine Medioevo è stato coniato
dagli illuministi per dare contro alla Chiesa non all’Islam. Poi va fuori tema…
Sarebbe bastato un: “d’accordo
non lo faremo più”.
***
silvio
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