martedì 17 luglio 2012

Simone Weil e la matematica


di Laurent Lafforgue

Non si può affrontare il pensiero di Simone Weil sulle scienze matematiche senza ricordare innanzitutto che il suo unico fratello, André Weil, è annoverato tra quei matematici che possono vantare le opere più profonde e più influenti del XX secolo. Più giovane di tre anni, Simone Weil crebbe in un ambiente in cui la matematica era familiare, visto che il fratello la imparava e approfondiva con una facilità stupefacente. Questo stato di cose perdurò anche quando fratello e sorella divennero adulti poiché, per quanto dissimili fossero le loro personalità, rimasero uniti l'uno all'altra e continuarono i loro scambi fraterni. Condividevano la cultura classica con cui erano stati educati e che instillò in entrambi l'amore per la Grecia antica così come per la Francia del XVII secolo, civiltà elevate in cui il pensiero matematico è stato coltivato come parte integrante del pensiero tout court. Platone e i Pitagorici, i maestri tanto studiati e venerati da Simone Weil, consideravano la matematica come indissociabile dalla filosofia e affermavano che l'esercizio dell'una fosse indispensabile a quello dell'altra. Cartesio e Pascal furono allo stesso tempo filosofi e matematici. [leggi tutto]

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