di Roberto de Mattei
Chi tocca la 194 muore. Non di morte fisica come i cinque
milioni di bambini vittime, dal 1978, di quella legge; ma di morte mediatica,
inflitta attraverso le accuse di «fascismo», «omofobia», «integralismo
anticonciliare», e così via. Gli oltre 15.000 partecipanti alla Marcia per la
Vita svoltasi a Roma il 13 maggio hanno fatto sentire con forza la loro voce
contro il massacro degli innocenti, senza cedere all’aggressione mediatica,
iniziata già qualche giorno prima della Marcia, per ridurli al silenzio.
Lasciamo a loro la parola e per tutti al superiore generale
degli Orionini, don Flavio Peloso, che ha partecipato con una folta
delegazione: «È davvero penoso, dopo la giornata di sole e di luce vissuta ieri
con la Marcia per la Vita a Roma, assistere all’assalto di quanti hanno
classificano i manifestanti come «integralisti, negazionisti, razzisti e
omofobi» (dichiarazione di Dario Nanni, consigliere del Pd al Comune di Roma). Io
e gli altri 15.000 manifestanti eravamo persone normali, di tutte le età,
condizioni di vita, giovani, donne, bambini e famiglie intere; molti cristiani
questo sì. [leggi tutto]
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