giovedì 3 maggio 2012

Péguy, il vero progresso è nell’antiprogressismo


di Luca Doninelli

La storia della fortuna (precaria) e della sfortuna (molteplice) di Charles Péguy nel secolo che ci separa dalla sua morte - per l’esattezza, novantotto anni, essendo Péguy caduto in guerra, sulla Marna, nel 1914 - somiglia molto a un romanzo. Di esso fa parte anche il ritardo di ventun anni con cui l’Italia pubblica un saggio fondamentale sul grande poeta. Il saggio L’incontemporaneo, opera di uno dei più importanti e controversi pensatori viventi, Alain Finkielkraut, fu pubblicato infatti da Gallimard nel 1991 ed esce oggi da noi grazie all’editore Lindau (pagg. 160, euro 19).
Per ventun anni il binomio Péguy-Finkielkraut non è stato ritenuto degno di attenzione nel nostro Paese, forse perché Péguy (che da noi vanta, per fortuna, molti innamorati) era considerato autore per francesi, quindi «roba loro», o forse perché Finkielkraut, pur vantando il miglior curriculum studiorum che la Francia possa offrire, decise un giorno di non essere più un autore, diciamo così, allineato. E i non allineati sono sempre di difficile collocazione. [leggi tutto]

© Il Giornale

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