«Ma in qualsiasi tipo
di Stato i Principi devono soprattutto tener fisso lo sguardo a Dio, sommo
reggitore del mondo, e proporsi Lui quale modello e norma nel governo della
comunità».
«Santo deve dunque
essere il nome di Dio per i Principi, i quali tra i loro più sacri doveri devono porre quello di favorire la religione, difenderla con la loro benevolenza, proteggerla con l’autorità e il
consenso delle leggi, né adottare qualsiasi decisione o norma che sia contraria
alla sua integrità».
«Quale sia poi la vera
religione, senza difficoltà può vedere chi giudichi con metro sereno e
imparziale: poiché è evidente per moltissime e luminose prove, per la verità di
indubitabili vaticinî, per la frequenza dei miracoli, per la diffusione
straordinariamente rapida della fede anche in mezzo a nemici e fra gravissimi
ostacoli, per la testimonianza dei martiri e per altre simili, che l’unica vera è quella che Gesù Cristo
stesso ha fondato ed affidato alla sua Chiesa perché la difendesse e la
propagasse».
«[…] il non tenere in
alcun conto i doveri religiosi, o essere indifferenti alle varie forme di
culto, non è lecito né ai singoli
individui né agli Stati […]».
«Vi fu un tempo in cui la filosofia del Vangelo governava la
società: allora la forza della sapienza
cristiana […] ovunque prosperava,
col favore dei Principi e sotto la legittima tutela dei magistrati; quando
sacerdozio e impero procedevano concordi e li univa un fausto vincolo di
amichevoli e scambievoli servigi. La
società trasse da tale ordinamento frutti inimmaginabili, la memoria dei quali
dura e durerà, consegnata ad innumerevoli monumenti storici, che nessuna
mala arte di nemici può contraffare od oscurare».
«[…] E certamente tutti quei benefici sarebbero durati, se
fosse durata la concordia tra i due poteri […] Ma quel pernicioso e deplorevole spirito innovatore
che si sviluppò nel sedicesimo secolo, volto dapprima a sconvolgere la
religione cristiana, presto passò, con naturale progressione, alla filosofia, e
da questa a tutti gli ordini della società civile. Da ciò si deve riconoscere
la fonte delle più recenti teorie
sfrenatamente liberali […]».
Leone XIII, Immortale
Dei
***
silvio
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