domenica 2 settembre 2012

Il gesuita


Con Martini non muore un cuore grande così, e nemmeno un pastore. Scompare un riformatore mancato, un teologo dell’indifferenza e del relativismo che aveva mezzi intellettuali acconci alla bisogna

di Giuliano Ferrara

Ecco Ignazio nei suoi Esercizi. “E’ perciò necessario renderci indifferenti rispetto a tutte le cose create, in tutto quello che è lasciato al nostro libero arbitrio e non gli è proibito; in modo che, da parte nostra, non vogliamo più salute che malattia, ricchezza che povertà, onore che disonore, vita lunga che breve, e così via in tutto il resto; solamente desiderando e scegliendo quello che più ci conduce al fine per cui siamo creati”. L’indifferenza gesuitica è concetto teologico vertiginoso, e spunto mistico di strabiliante bellezza e modernità. Il cardinal Martini, Carlo Maria, era un leale oppositore del magistero ratzingeriano, e del complesso tragitto compiuto dalla chiesa di Giovanni Paolo e del suo successore, proprio in virtù di questa “indifferenza”. [leggi tutto]

© Il Foglio

1 commento:

Anonimo ha detto...

uno legge Monsignor Negri e si sente accolto, compreso nelle proprie inquietudini quotidiane e avvisato, guidato per ciò che ancora ci agita come erranti nel mondo verso l'Infinito e il senso. poi uno legge il Cardinale Martini e si sente solo
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