Con Martini non muore
un cuore grande così, e nemmeno un pastore. Scompare un riformatore mancato, un
teologo dell’indifferenza e del relativismo che aveva mezzi intellettuali
acconci alla bisogna
di Giuliano Ferrara
Ecco Ignazio nei suoi Esercizi. “E’ perciò necessario
renderci indifferenti rispetto a tutte le cose create, in tutto quello che è
lasciato al nostro libero arbitrio e non gli è proibito; in modo che, da parte
nostra, non vogliamo più salute che malattia, ricchezza che povertà, onore che
disonore, vita lunga che breve, e così via in tutto il resto; solamente
desiderando e scegliendo quello che più ci conduce al fine per cui siamo
creati”. L’indifferenza gesuitica è concetto teologico vertiginoso, e spunto
mistico di strabiliante bellezza e modernità. Il cardinal Martini, Carlo Maria,
era un leale oppositore del magistero ratzingeriano, e del complesso tragitto
compiuto dalla chiesa di Giovanni Paolo e del suo successore, proprio in virtù
di questa “indifferenza”. [leggi tutto]
© Il Foglio
1 commento:
uno legge Monsignor Negri e si sente accolto, compreso nelle proprie inquietudini quotidiane e avvisato, guidato per ciò che ancora ci agita come erranti nel mondo verso l'Infinito e il senso. poi uno legge il Cardinale Martini e si sente solo
f
Posta un commento