mercoledì 5 settembre 2012

Irresponsabilità ecumenica


Nel 2017 ricorreranno i cinquecento anni dallo scisma di Lutero (affissione delle 95 tesi sul portone della chiesa di Wittemberg - 1517). I protestanti sono già in festa, ma non tanto per la ricorrenza in se. La Chiesa, sempre più “dialogante”, ha di fatto spalancato loro le porte: difficilmente si perderà l’occasione per nuove iniziative d’opportunismo.
Già da tempo si sta studiando la possibilità di «una purificazione comune della memoria» (Cardinale Kurt Koch), nel senso di un mea culpa reciproco cattolico-protestante. Nel 2008 Benedetto XVI affermava che Lutero «non sbagliava quando sosteneva che ci si salva solo per fede». Questo tipo di elucubrazioni maturano soprattutto durante gli incontri (necessari?) «fra il vecchio professore [Ratzinger] e i suoi ex alunni».
Particolarmente inquietanti le riflessioni del vescovo cattolico Barthélemy Adoukonou, a conclusione dell’ultimo “Ratzinger Schülerkreis”: «il tema dell’ecumenismo “implica una lettura del peccato e della rottura dell’unità: tutti siamo colpevoli e pertanto dobbiamo tornare a confessare i nostri peccati per lasciare che la verità di Dio continui la sua opera di redenzione del mondo”». Direi che quel «tutti siamo colpevoli» è fuori luogo. È colpevole chi ha fomentato lo scisma. Finora, dunque, rimbomba forte e chiaro sui media il mea culpa cattolico.
Ma i protestanti intendono davvero fare un mea culpa?
Una anno fa Nikolaus Schneider, presidente del consiglio della chiesa evangelica tedesca, dichiarava: «Forse non ci sarà una riabilitazione formale, ma una rivalutazione di fatto della figura di Lutero l’abbiamo sentita molto chiaramente dalla bocca del Papa a Erfurt. Sarebbe fantastico avere anche una rivalutazione della sua teologia».
L’opera di protestantizzazione della Chiesa va dunque, oggettivamente, irresponsabilmente, avanti.
Mi dissocio da questo tipo di ecumenismo.

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silvio

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