di Sandro Magister
Proseguendo il suo ciclo di catechesi sulla preghiera,
Benedetto XVI è passato oggi, mercoledì 26 settembre, dalla preghiera nella
Scrittura alla preghiera nella
liturgia.
Nella liturgia è Dio che “ci offre le parole”, ha detto il
papa. “Noi dobbiamo entrare all’interno delle parole [liturgiche], nel loro
significato, accoglierle in noi, metterci noi in sintonia con queste parole;
così diventiamo figli di Dio, simili a Dio”.
Se dalla dottrina, però, si
passa alla pratica, le cose cambiano. Si sa che vari preti hanno un concetto
“creativo” della liturgia, nel quale gli attori e gli inventori sono loro.
In una parrocchia della
Toscana, ad esempio, c’è un prete che fa e parla a modo suo, quando
distribuisce la comunione. Evidentemente perché non crede nella presenza reale
di Gesù nel pane e nel vino consacrati.
La cosa è arrivata
all’orecchio del professor Pietro De Marco, che da Firenze ci ha trasmesso
questo commento acuminato. [leggi
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