martedì 19 febbraio 2008

Chiesa e nazionalsocialismo

Anche se l'argomento è talmente vasto e complesso da far tremare le vene e i polsi, proviamo a riassumere alcuni fatti storici riguardanti l'atteggiamento della Chiesa Cattolica tedesca di fronte all'emergere del demone nazionalsocialista, ricordato dal precedente post di Silvio. Di "liste della spesa" sull'argomento ce ne sono abbastanza, in rete e altrove. Il campo è stato arato in lungo e in largo e, tuttavia, ripassare un po' di storia non fa mai male. Anche perché lasciare certi argomenti a chi magari ancora crede alla truffa intellettuale propalata da Hochhut ( l'autore de "Il Vicario") in azione coordinata con il regime sovietico guidato da Krusciov (nome in codice della campagna denigratoria contro Pio XII: "Posizione 12") non è un buon servizio alla verità.
Partiamo dalla riunione di Fulda dell'agosto del 1932. Di fronte all'avanzare ormai manifesto nel paese dell'ideologia nazionalsocialista, l'intera conferenza episcopale tedesca decide di riunirsi per proclamare il divieto di appartenenza al movimento hitleriano in tutte le sue forme per tutti i fedeli cattolici. La mossa pastorale è dettata dalla necessità di salvaguardare i cattolici tedeschi sparsi in 24 diocesi.
Il 28 marzo 1933 ( Hitler è capo del governo da due mesi, e si sono tenute elezioni decisive) la condanna è ribadita dall'episcopato tedesco sempre a Fulda dove, un anno dopo, iniziano quelle riunioni dalle quali scaturiranno le note Lettere Pastorali, tra cui esemplari quelle del 7 giugno 1934 e 29 agosto del 1935, in cui si denuncia la persecuzione della gioventù cattolica. Le lettere continueranno a essere pubblicate fino al 1938, anno in cui si denuncia esplicitamente da parte dei vescovi la volontà di distruggere la fede cattolica in Germania e le rappresaglie contro studenti e funzionari cattolici. Una lettera circolare dei vescovi di Baviera del 1938 denuncia poi la cacciata di religiose dalle scuole pubbliche e l'impedimento alle suore di insegnare nelle scuole popolari. Non si deve dimenticare che la Baviera, regione di tradizione cattolica, costituì insieme agli altri Landaer a maggioranza cattolica un ostacolo non indifferente per il nazionalsocialismo. Nelle elezioni del marzo 1933 il partito di Hitler non ottenne la maggioranza nelle terre cattoliche, dove gli elettori cattolici votarono compatti per lo Zentrum, partito cattolico moderato.
All'azione collegiale dei vescovi si affianca quella individuale. L'arcivescovo di Colonia, Schulte, protestando contro l'introduzione del testo di Alfred Rosenberg nelle scuole, fece stampare nel 1936 un catechismo speciale in cui si ribadiva più volte che la fede voluta da Dio non è legata al sangue, elemento che verrà ribadito poi dall'ormai nota frase di Pio XI ( "siamo tutti spiritualmente semiti").
Ma per forza e coraggio emergono in Germania anche altre figure di vescovi, tra cui l'arcivescovo Faulhaber. Famosi i suoi sermoni per l'Avvento e il Natale del 1933, nei quali espose il legame tra Antico e Nuovo Testamento sottolineando il valore morale di figure come Giuseppe, Mosè e Giobbe, ribadendo pubblicamente la condanna del cristianesimo ariano, la teoria della religione del sangue e dello Stato onnipresente.
Altrettanto coraggio lo manifesta il "Leone di Muenster", monsignor Von Galen, figura luminosa che Hitler voleva uccidere, ma non lo fece per timore delle reazioni popolari. Rosenberg, l'ideologo del nazionalsocialismo, dichiarò che alla fine delle guerra si sarebbe dovuto fucilarlo. Nel 1936 Von Galen scrisse un'infocata denuncia al clero della diocesi, e in numerose prediche denunciò pubblicamente l'operato della Gestapo, arrivando a denunciare i suoi crimini perfino a Hermann Goering, nel 1942.
Tutto questo in coordinamento con Roma, dove l'azione di Pio XI e del suo segretario Pacelli è ormai ben nota ( la "Mit Brennender Sorge" venne scritta direttamente in tedesco per renderla più efficace, e venne letta nel 1937 da tutti i pulpiti delle 11.500 chiese tedesche). Lo stesso Sant'Uffizio è tra le primissime istituzioni ( dicembre 1940) a condannare l'uccisione di minorati in Germania ( è noto che lo stesso papa Ratzinger aveva un parente handicappato, il quale fu eliminato nel programma di sterminio denunciato dalla Chiesa di Roma).
Il periodo di Pio XII, poi, meriterebbe un discorso a parte.
Quindi, al di là delle parole, ecco l'atteggiamento della Chiesa Cattolica durante la tempesta hitleriana in Germania. Il cedimento di alcuni non può inficiare l'azione positiva di tanti altri cattolici coraggiosi.
***
Paolo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho cercato ulteriori approfondimenti su “Breve storia della Chiesa” di August Franzen.
Integro il tuo bell'articolo con qualche altra notizia.
A cavallo tra le due guerre mondiali la Chiesa si dedicò - a livello internazionale - alla “politica dei trattati”.
Nel senso che, vista il particolare clima di belligeranza, Pio XI cominciò a stendere - nero su bianco - le intenzioni circa i rapporti che gli stati nazionali intendevano avere con la Chiesa.
A parte il concordato con l'Italia (Patti Lateranensi), vi furono concordati con Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Austria, ecc...
E' del 1933 anche il Concordato con il Terzo Reich. Si voleva così salvare il salvabile, anche sotto la minaccia hitleriana di annullare altri accordi e trattati (Baviera, Prussia, Baden).
Il Papa tentava così di legare il Reich ad un impegno formale, ma Hitler seguì unicamente la propria volontà, perchè considerava il Concordato una pura mossa tattica.
Forse i cattolici tedeschi hanno un po' peccato d'ingenuità, in merito al nazismo, non discernendo subito le vere intenzioni di Hitler.
E la vera intenzione, secondo il Franzen, fu questa: “nel cristianesimo, Hitler vedeva la continuazione dell'ebraismo: un'invenzione dell'ebreo Paolo [...] Egli si considerava chiamato a distruggere tanto la chiesa cattolica, quanto l'ebraismo ed il bolscevismo [...]”.
Ciao

Anonimo ha detto...

Grazie per l'integrazione con il riferimento al concordato del 1933. L'avevo lasciato fuori un po'per spazio, un po'perché volevo sottolineare soprattutto quegli episodi di resistenza aperta ed esplicita meno noti ( anche se la diplomazia a volte ottiene risultati migliori, come insegna la storia di Pio XII).
La questione della lotta tra religioni civili e fedi religiose merita un ulteriore approfondimento.
Ciao.