venerdì 29 febbraio 2008

Pensiero della Domenica - 35

A cura del sito “Vie dello Spirito

IV^ Quaresima - 02/03/2008

Gesù al cieco: “Tu credi al Figlio dell'Uomo?”

Siamo in piena Quaresima “tempo favorevole per la nostra salvezza”.
La Liturgia domenicale ci invita a considerare come sia indispensabile la fede, di fronte al modo di agire del Cristo, in antitesi con il nostro logico raziocinio.
Il comportamento di Dio è sempre lo stesso.
Nella prima lettura presa dal libro di Samuele, Dio deve scegliere uno a capo e guida del suo popolo.
Ed ecco l’assurdo: non elegge il più qualificato, il più adatto e capace.
Disse il Signore a Samuele: “...Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo; infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”.
David, il più piccolo della famiglia, che stava a pascolare il gregge.
E Samuele, per ordine di Dio, lo unge re d’Israele.
Ancora più sconcertante il modo di agire del Messia: di fronte ad un uomo cieco dalla nascita “...Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: và a lavarti nella piscina di Siloe, (che significa inviato); quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva...”.

Questo crea sconcerto tra gli apostoli e perplessità tra i presenti: ma il fatto è evidente che il cieco nato ci vede!
I farisei non vogliono credere alla evidenza.
Due grandi violazioni del sabato aveva compiuto Gesù: l’aver fatto quel fango e l’aver curato in quel giorno un malato che non era moribondo (unica azione consentita di sabato).

Conclusione: non è da Dio quest’ uomo che non osserva il sabato.
Quale è la nostra fede nei miracoli?
Troppo spesso è sopraffatta dai nostri dubbi, incredulità, e si riduce a flebile speranza, senza nessun concreto risultato.
Forse anche per noi vale il lamento del Messia: “...Se aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire ad una montagna di spostarsi e ciò avverrebbe…”.
Non fermiamoci estasiati di fronte ai miracoli!
Sperimentiamolo il prodigio su noi stessi, nelle nostre urgenti e drammatiche situazioni.
Non pretendiamo dire come e in che modo deve agire Gesù: la nostra fede deve essere assoluta, per annullare il logico raziocinio che ci porta spesso a concludere, sfiduciati: “... Ma tanto non c’è nulla da fare..”.
Un giorno Gesù disse: “...Chiedete, chiedete con insistenza...se anche non meritate la grazia, l’otterrete da quanto siete noiosi…”.
Perché non lo prendiamo in parola?
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Don Lucio Luzzi

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