sabato 9 febbraio 2008

Girolamo Savonarola - 01

Potrei nasconderlo, ma non ci riesco proprio.
Ebbene sì, sono divorato dall'ammirazione per Girolamo Savonarola.
Non parlo ora dei singoli contenuti del suo credo personale o delle sue intenzioni, più o meno condivisibili.
Non mi sto riferendo cioè al suo - criticabilissimo - pensiero.

Parlo di come vorrei fosse la Chiesa ed io stesso, personalmente.
Vorrei somigliare almeno un po' a Savonarola.
Mi piace la schiettezza, il fuoco dello zelo, la santità peperina e salata, l'essere «caldi o freddi» - come auspica l'Apocalisse. Mi piace l'avversione alla tiepidezza, l'apostolato energico, il contrasto alla rilassatezza e al tedio - tumori dello spirito.
Mi piace la nuda intransigenza verso i miei peccati e quelli altrui, che lo stolto vi legge integralismo.
Già. Vorrei proprio somigliare, poco poco, a Savonarola, perchè sono tiepiduccio - tutto sommato - e pigro e di tendenza scribacchina e farisaica.
Per questa Quaresima vorrei da Dio la grazia di veder mutata, almeno di poco, la mia indolente natura.

Ma torniamo al Nostro domenicano.
Bell'articolo di Franco Cardini su “Avvenire” dal titolo “Riabilitare Savonarola?
È abbastanza preoccupato, il Cardini, del fatto che Savonarola sia stato indicato, dai vari movimenti di protesta o di riforma, come archetipo delle di loro idee.
Simbolo, cioè, del «libero pensiero» rivoluzionario e luterano.
È così? Non direi proprio e non lo dice nemmeno Franco Cardini.
Mistico, frate, sacerdote, teologo, predicatore, il Ferrarese seppe trasmettere tutta la potenza delle proprie convinzioni mediante un'arte comunicativa innata, o accresciuta dalla Grazia.
Riformatore, sì, ma nel voler ricondurre la Chiesa all'ortoprassi. Non ne contestò l'ortodossia.

In un certo senso, contribuì alla trasformazione delle fazioni in pre-partiti politici, nel senso moderno.
Rivivono nel suo ricordo i «piagnoni», i «compagnacci» e gli «arrabbiati». E si sentono ancora gli echi dei loro scontri, di una guerra nello spirito che non si può esiliare, se si ama la salvezza del genere umano.

Non si può tacere dinnanzi alla verità calpestata, anche se vi sono diversi modi di agire o di proporre le proprie decisioni.
Comunque, Savonarola finì scomunicato e arso - morto, non vivo, perchè il carnefice accese il fuoco in ritardo dopo averlo impiccato.
Oltre a questo piccolo aneddoto, aggiungo qualcosa che il Cardini non scrive.
Il Vescovo, in lacrime prima dell'esecuzione, cominciò a leggere la Bolla di scomunica: «Io ti scomunico dalla Chiesa militante, dalla Chiesa trionfante, ...».
Ma qua frà Girolamo lo interruppe: «Solo dalla Chiesa militante, per quella trionfante deciderà Dio».

Spero che il processo di beatificazione, in sospeso, venga ripreso e completato.
***
silvio

Nessun commento: