martedì 26 febbraio 2008

Moratoria contro l’aborto - 03

Il collega Gaddhura riporta e commenta, sul suo blog, l’intervista che il ginecologo radicale Silvio Viale concede al Corrierone.

C’è da credere a Viale quando, a domande, dà le seguenti risposte:
«D: E come si stabiliscono gli aborti terapeutici?
Viale
: In Italia non si fa un aborto terapeutico perché il feto è malformato, ma in base alla salute psichica e fisica della donna. In vent'anni di interventi mi sarà capitato un paio di volte di fare un aborto terapeutico per la salute fisica di una donna.
D: Tutti gli altri?
Viale: Per la salute psichica della donna. Che vuol dire anche far abortire feti sani.
D: Lei ha fatto aborti terapeutici di feti sani?
Viale: Certo. Lo prevede la legge. Ripeto è un problema di salute psichica della donna
».

È chiaro allora a cosa serve la legge 194: allo sterminio di creature sane.
La preoccupazione di Giuliano Ferrara - che protesta per l’eliminazione eugenetica dei feti malati - è nobile ma, a mio parere, infondata.
Il vero problema è questo: le donne che abortiscono - parlo, se non si è capito, del solo Occidente - lo fanno quasi sempre per capriccio, per paura, per mostruoso egoismo, per scelta vile dell’illusoria protezione del proprio equilibrio psichico (quasi mai fisico).

Ogni legge abortista, compresa la 194, è quindi pessima e complice di una mentalità malata.
Non c’è nessuna seria motivazione che possa permettere la morte di un essere umano.
Un miliardo di aborti, nel secolo scorso. È bene stamparsi nella testa che, per la quasi totalità, si è trattato di feti sani.
***
silvio

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A me sembra molto ipocrita anche la posizione di molti cattolici che difendono la vita e ugualmente la 194. Sappiamo come vengono applicate le leggi in Italia ; si trova sempre una scorciatoia. Mi è capitato di accompagnare una mia amica dal ginecologo perché pensava di essere malata invece era solo incinta; ma non era sposata, così il "medico" le ha detto di sbrigarsi per " l'intervento " altrimenti passati i tre mesi poi avrebbe dovuto farlo a pagamento. Così, senza centri d'accoglienza, senza psicologi, senza valutare la salute ne della madre ne del figlio; solo perché non era sposata. Si è pure incazzato e scandalizzato quando gli abbiamo detto che di aborto non se ne parlava proprio perché noi eravamo cattoliche e per noi la vita è sacra. Ci ha messo quasi alla porta consigliando di sbrigarsi in caso di ripensamenti. Anche questa cosa del curare il feto quando è nato perché è un essere umano e ne ha diritto; ma non era un essere umano anche cinque minuti prima che " il cucchiaino " ( badate che delicatezza! ) chirurgico lo tirasse fuori dal nido caldo della pancia di sua madre? Quanto cavillare attorno a un bambino che chiede solo di nascere! E,la mamma che ha diritto di dire " tu puoi o non puoi vivere ", come se fosse Dio! E questa faccenda della distruzione degli embrioni; che aberrazione lasciare questi esserini in un limbo creato da medici che dovrebbero curare e invece li lasciano ne morti ne vivi. Noi dobbiamo dirle queste cose; non dobbiamo aver paura degli steccati ideologici; se non lottiamo per la vita per cosa lottare e vivere? Lasciamo agli altri i cavilli; < sia il vostro parlare si si , no no; tutto il resto viene dal maligno >.Rita

Anonimo ha detto...

@ Ruth: grazie per questa tua preziosissima testimonianza. Concordo su quanto dici all’inizio: “A me sembra molto ipocrita anche la posizione di molti cattolici che difendono la vita e ugualmente la 194”. Ne avevamo parlato anche su Sivan.
Perché poi fare fare una legge, se si tratta di asportare un mucchietto di cellule che danneggiano in qualche modo la donna? Non si fa certo una legge per asportare i tumori.
Gli abortisti non vogliono ammettere la realtà evidente circa quel mucchietto di cellule.
Ipocrisia su ipocrisia.
Un abbraccio.