giovedì 7 febbraio 2008

Ebraismo - 01

E va bene. D'accordo. Prima o poi bisogna cominciare.
Mi ero riproposto di parlare dell’ebraismo il più tardi possibile, per un pregiudizio un po’ ipocrita legato alla salvaguardia asettica della sensibilità delle coscienze altrui…
Ma effettivamente è puerile - ne ho convenuto con me stesso - tralasciare una tematica teologica calda calda, stimolante come questa, incarnata profondamente nel nostro tempo.

Andrò spesso a passo di gambero - a ritroso - o saltellando tra i secoli, come un grillo.
Parto quindi dall’ultima notizia - notevole - in ordine di tempo.
Stavolta gli ebrei se la sono presa male e non hanno tutti i torti.
Anzi hanno molte ragioni.
Anch’io - lo confesso - sono sobbalzato dalla sedia (per la piacevole sorpresa, però).

Trattasi della modifica apportata alla preghiera per gli ebrei del Venerdì santo, limitatamente al Messale in rito antico. Preghiera che da qualche decennio costituisce un problema per quella parte della Chiesa particolarmente esposta al “vento del Concilio”.
Sulle prime sembrava l’ennesima Caporetto clericale: il Papa, infatti, ha estromesso dalla preghiera l’espressione «per la conversione degli ebrei», che avrebbe troppo ferito la sensibilità del popolo in questione.

Ci si aspettava un testo tutto ecumenico e concordante.
Ora la preghiera si presenta così:
«Oremus et pro Iudaeis.
Ut Deus et Dominus noster illuminet corda eorum, ut agnoscant Iesum Christum salvatorem omnium hominum.
[Oremus. Flectamus genua. Levate.]
Omnipotens sempiterne Deus, qui vis ut omnes homines salvi fiant et ad agnitionem veritatis veniant, concede propitius, ut plenitudine gentium in Ecclesiam Tuam intrante omnis Israel salvus fiat. [Per Christum Dominum nostrum. Amen.]»

Traduzione dell’Ansa:
«Preghiamo per gli ebrei.
Il Signore Dio nostro illumini i loro cuori perché riconoscano Gesù Cristo Salvatore di tutti gli uomini.
Dio Onnipotente ed eterno, Tu che vuoi che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità, concedi propizio che, entrando la pienezza dei popoli nella tua Chiesa, tutto Israele sia salvo».

Ovviamente, l'Assemblea rabbinica italiana, all’udire l’auspicio di una futura conversione d’Israele a Cristo, all’udire l’auspicio che Israele torni finalmente alla luce della verità… beh, si è leggermente “alterata”, per usare un eufemismo.
Insomma, è rottura. Gli ebrei si vogliono prendere una «pausa di riflessione nel dialogo» con i cattolici, per usare uno stile diplomatico.

Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, parla di «un fulmine a cielo sereno». Di «una marcia indietro di 43 anni».
Si può dargli torto?
No, almeno fino a quando non si parlerà agli ebrei in tutta onestà e schiettezza, senza trucchetti finto-ecumenici.
Insomma, gli ebrei non vanno presi per il naso.
Bisogna dire loro chiaramente che, anche togliendo la frase «pro perfidis judeis», o la frase «per la conversione degli ebrei», la Chiesa non rinuncerà mai a questa verità: l’unica salvezza è in Gesù Cristo e gli ebrei sono chiamati a conversione esattamente come tutti gli altri popoli del mondo.

Verità scomoda, ma non si può continuare a prendere in giro il popolo ebraico per altri quarant’anni.
La Chiesa serve per predicare il Vangelo. Per annunciare la salvezza in Cristo Gesù. Tutto il resto è ciarpame ecumenicamente corretto.
Come possono gli ebrei abbandonare l’ipocrisia farisaica, se anche certuni chierici cattolici si comportano da scribi e farisei ipocriti?
Si dica dunque la verità agli ebrei, circa le vere intenzioni della Chiesa; non li si illuda.
È poco serio.
***
silvio

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai scelto un bel tema per l'inizio della Quaresima, Silvio. Le reazioni del mondo ebraico e di quello cosiddetto "tradizionalista" alla "modifica" sono state veramente emblematiche ( in

http://www.remnantnewspaper.com/Archives/archive-2008-a_papal_masterstroke.htm

c'è ad esempio un articolo molto interessante).
Che ne pensi invece della medesima preghiera letta il Venerdì Santo nel rito Novus Ordo?

Anonimo ha detto...

Ne penso male, caro Paolo.
Un maldestro tentativo finto-ecumenista.
Essa recita così: “Preghiamo per gli ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza”. [Preghiera in silenzio.] “Dio onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta benigno la preghiera della tua Chiesa, perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione” (Messale Romano, edizione 1970).
C’è sempre la speranza della conversione degli ebrei, il tutto però ben ricoperto da un velo d’ipocrisia.
Vado a leggere l’articolo che mi hai segnalato.
Grazie.

Anonimo ha detto...

Sì, siamo in sintonia. Formalmente la fede di sempre è salva, ma c'è uno "spirito" che impregna certe frasi fatto di confusione e fumosità. E' il fumo di satana di cui parlava papa Paolo VI.

Anonimo ha detto...

Questa frase dell'articolo mi pare riassumere bene il senso di quanto ha fatto il Papa:

Consider what the Pope has done here: ... His Holiness responded with a revised Good Friday prayer that not only retains the Church’s call for Jewish conversion, but adds to that call the Pauline element of the final conversion of the entire Jewish nation.

Anonimo ha detto...

Caro silvio,

concordo su tutto. Aggiungo solo una cosa: la novità positiva che ho intravisto negli ultimi tempi nel rapporto tra cattolici ed ebrei è stato il passaggio da un discorso «moralistico-ecumenico» a un discorso «veritativo», come certo avrebbe fatto piacere a un Romano Amerio.

«Moralistico-ecumenico» cioè nel senso dello pseudo-ecumenismo fondato sul postulato pacifista, per cui tutto il mitico «dialogo» di fatto si riduce al tentativo di elaborare tecniche di pacifica convivenza con gli ebrei senza però affrontare il nodo della questione, che è religioso-metafisico come già aveva capito Solov’ev. Il punto è Cristo e la sua natura divina.

Leggendo il botta e risposta tra Neusner e Benedetto XVI si ha la certezza che finalmente anche ai massimi livelli dell’ebraismo sia ben chiaro che la questione di fondo investa il primato della verità, ovvero la fondatezza della pretesa avanzata da Gesù.

Le ricorrenti polemiche (plurisecolari) sul Talmud, che in secoli non sono cambiate di una virgola, fanno ancora parte di una logica inferiore, non veritativa ma sociologico-morale: noi togliamo il perfidus dalla liturgia del Venerdì santo e voi perché in cambio non abrogate le maledizioni contro i cristiani, le invettive del Talmud, ecc.? Così, invece di interrogarsi su Gesù, siamo passati alle dispute storico-esegetiche altamente specialistiche su parole, frasi e virgole di un testo di incredibile complessità quale è il Talmud. Oltretutto si tratta di una logica rinunciataria, che sembra aver smarrito la speranza e, constatata la refrattarietà all’annuncio evangelico, si dedica alla relazioni di vicinato, più o meno burrascose.

Prego di non fraintendere le mie parole, come ha fatto qualcuno tacciandomi di «sionismo cristiano». Speravo, dopo anni di attività in rete, di poter evitare la taccia di “dimissionario” che esalta come valore evangelico le “braghe calate” di fronte al mondo. Evidentemente così non è; ne prendo atto con un pizzico di amarezza e delusione.
Detto questo, è evidente che un confronto onesto non possa che essere fondato sulla reciprocità. Purché però si abbia ben presente che, in questo come in altri campi, il primato spetta alla verità, non alla morale o alla politica. A maggior ragione occorre evitare ogni ambiguità dottrinale, in un senso e nell’altro. Va evitato, dunque, sia il pacioso ecumenismo relativista («doppia via di salvezza») sia lo strisciante marcionismo di Blondet e soci, che nulla hanno da offrire se non ulteriore confusione dottrinale, astio e polemiche pretestuose.

Anonimo ha detto...

Errata corrige: ora che leggo i commenti devo correggere un po' il tiro. Non so se il caso specifico possa essere inquadrato come "maldestro tentativo finto-ecumenista". Può darsi, non si può escludere.

Ricollegandomi a quanto sostenevo nell'ultimo commento, potrebbe anche costituire il tentativo di "disinnescare" le polemiche fuorvianti. In quest'ottica leggerei l'eliminazione del perfidus, vista l'oramai più che evidente distanza tra etimo parlata comune.

Che questo sia l'intento mi pare confermato dalle reazioni di chi, anche all'interno dell'ebraismo stesso, ha in dispregio l'idea di verità e accetta il postulato relativista-pacifista. Evidente che per questi ultimi è largamente insufficiente ogni gesto che non vada nella direzione di sancire la pretesa veritativa della Chiesa e del suo Fondatore.

Anonimo ha detto...

Ops, mi devo correggere di nuovo.

Con l'ultima frase ho invertito il mio pensiero. Questa è quella corretta: «Evidente che per questi ultimi è largamente insufficiente ogni gesto che non vada nella direzione di negare la pretesa veritativa della Chiesa e del suo Fondatore».

Anonimo ha detto...

@Paolo: naturalmente le reazioni potranno essere variegate, anche perchè la stessa realtà ebraica è molteplice ed eterogenea.
Proverò a seguire le reazioni al “colpo magistrale” del Papa.
Speriamo di non divenire oggetto dell'attenzione dell'ADL.

@ LeggendaNera: un prossimo post sarà proprio sul libro di Neusner: “Un rabbino parla con Gesù”. L'ho comprato e lo sto leggendo.
Non ti preoccupare: non mi sogno di etichettarti in alcun modo. Ci mancherebbe.
Le etichette, semmai, sono riservate ai nostri comuni avversari.
No, i miei interventi sull'ebraismo non vogliono essere un Blondet n°2.
Amo profondamente il popolo ebraico e spero di poter trasmettere questo sentimento.
Comunque qua su Sivan abbiamo tutti scelto, di comune accordo, di concentrarci “oggettivamente” sulle tematiche. Quindi esponi tranquillamente, caro fratello, qualsiasi cosa tu voglia dire.
Riguardo al "maldestro tentativo finto-ecumenista": sì, forse hai ragione. In effetti la Chiesa deve anche perseguire un estremo equilibrio.
Naturalmente puoi inviarmi qualsiasi tuo articolo sulla questione (anche di critica, ovviamente). Lo pubblicherò volentieri e non potrà che essere di grande aiuto per la comune opera di apostolato “culturale”.

Anonimo ha detto...

Caro silvio,

ti ringrazio moltissimo. Apprezzo molto il vostro approccio oggettivo alle tematiche affrontate. Ti ringrazio di cuore per l'offerta di "ospitalità" su silva; se avrò tempo e modo di mettere insieme con una certa coerenza un articoletto, stai certo che te lo invierò di sicuro.

P.s.: sono curioso di leggere le tue impressioni sul libro di Neusner. A parer mio quasi tutte le obiezioni di Neusner sono facilmente scioglibili in un'ottica cattolica, dove oltre alla grazia trova spazio anche la natura.
Ho trovato molto utile anche la successiva lettura del libro del Papa su Gesù.

Un caro saluto

Anonimo ha detto...

Quando vuoi, Leggenda.
Usa pure la mail: sivan2006@libero.it
Ciao