martedì 5 febbraio 2008

Gesù e la carne d'agnello

Gesù, durante l’Ultima Cena, ha veramente consumato la carne dell’agnello arrostito seguendo minuziosamente le rituali prescrizioni della tradizione ebraica ufficiale, oppure ha superato l'antico rito, come in altre occasioni ma qui in un momento fondamentale, portandolo a compimento e svelandone il senso più profondo, nuovo e definitivo? Un particolare apparentemente secondario che tuttavia, a nostro avviso, apre spazi interessanti di riflessione anche teologica. In effetti, la convinzione diffusa che Gesù abbia consumato l’agnello pasquale secondo il rito tradizionale previsto per la Pasqua ebraica non è per nulla scontata. Nei Vangeli si usano espressioni come “preparare la Pasqua”, “consumare la Pasqua” e “celebrare la Pasqua”, ma in realtà si può soltanto ipotizzare che Gesù e i discepoli si siano attenuti scrupolosamente alle norme stabilite dalla tradizione. Un primo elemento di riflessione può basarsi su un fattore culturale e su considerazioni di tipo “politico”: il fatto che l’agnello dovesse essere macellato dai capi famiglia nel tempio, e il suo sangue raccolto in prima persona dai sacerdoti, non doveva predisporre troppo bene Nostro Signore verso il rito tradizionale, vista la rottura netta tra Gesù e gli esponenti del culto ufficiale, soprattutto nelle fasi finali che precedono il processo e la morte di Gesù. Di fatto poi nei Vangeli, in riferimento all’Ultima Cena, non si parla mai dell’agnello ma solamente del pane, del vino e, forse, della salsa dolce haroset in cui si intingevano le erbe amare (Giuda “intinge” con Gesù nel piatto: Mc, 14, 20; Gesù “intinge” il boccone per il traditore Giuda in un piatto: Gv 13, 26). Alla luce dei molti legami con la tradizione degli Esseni ( il calendario solare seguito da Gesù e dai Discepoli per la data della celebrazione del rito pasquale, il cenacolo situato nel quartiere esseno di Gerusalemme e altri dettagli), si può pensare che Gesù possa invece essersi avvicinato di più ad alcune forme di quel rito della Pasqua essena noto come “Pasqua fiorita”, in cui non era previsto il rito della macellazione dell’agnello, in contrasto con la tradizione ufficiale del tempio. Il rito esseno si basava sulla consumazione di un pane realizzato con frumento e olio, senza carne di agnello.
Tuttavia, anche più significative sono le considerazioni di tipo teologico. E’probabile che Gesù non abbia consumato la carne d’agnello di proposito in quanto Lui stesso, offrendo in sacrificio il suo Corpo e il suo Sangue durante l’Ultima Cena, si è posto come vittima sacrificale perfetta, volendo abolire per sempre il sacrificio animale, semplice figura del sacrificio perfetto da Lui compiuto, e da quel momento in poi non più necessario. A una realtà nuova, definitiva e perfetta (il sacrificio di Cristo, riproposto in maniera incruenta ogni volta che si celebra la Santa Messa) doveva per forza corrispondere un rito che supera e compie quello antico ebraico, incentrandosi soprattutto sull’importante elemento dell’agnello. Si passa quindi da un semplice banchetto rituale e commemorativo, per quanto importante, a un vero e proprio sacrificio in cui la persona di Cristo si sostituisce all’agnello pasquale ebraico, semplice figura del vero Agnus Dei, sancendo il passaggio dall'Antica alla Nuova Allenanza.
Questo aspetto particolare, tra l’altro, ci sembra possa aiutare a valorizzare maggiormente l'aspetto più importante della Messa, quello sacrificale, bandendo l'idea dell'Eucarestia come semplice cena o banchetto, come vorrebbero quelle tendenze ebraizzanti e protestanteggianti che continuano oggi a sfigurare il volto della vera Chiesa di Cristo, la Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
***
Paolo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante questa tematica.
Ho fatto qualche ricerca.
L’argomento più valido mi sembra quello proposto da Benedetto XVI qui: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2007/documents/hf_ben-xvi_hom_20070405_coena-domini_it.html
Gesù non celebrò la cena pasquale (con l’agnello) perché, effettivamente, si era alla vigilia della Pasqua.
Quindi “Gesù morì sulla croce precisamente nel momento in cui, nel tempio, venivano immolati gli agnelli pasquali. La sua morte e il sacrificio degli agnelli coincisero.”
Questo secondo Giovanni, ma non secondo gli altri 3 evangelisti (sinottici), i quali parlano di cena pasquale.
Però secondo il Papa, da studi più accurati, credo che la tua tesi sia giusta.
Vedo se riesco a saperne di più.
Ciao.

Anonimo ha detto...

Grazie per la segnalazione del discorso del Papa. Mi sembra che riassuma in maniera eccellente tutta la questione.