giovedì 4 ottobre 2012

Chi rifiuta il peccato originale


Nei circoli cattolici progressisti si tende a negare la sua realtà, o a trattarlo alla stregua di un "mito". Il Concilio non ne ha fatto il nome, ma Paolo VI ha spiegato perché. Gli ultimi sviluppi della disputa

di Sandro Magister

L'imminente cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II ha riacceso la disputa su quale sia la corretta interpretazione di quella assise:
- se quella "della riforma, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto Chiesa", auspicata dal magistero papale e spiegata in modo semplice e netto da Benedetto XVI nel famoso discorso del Natale del 2005;
- oppure quella "della discontinuità e della rottura", sostenuta sia dai lefebvriani sia, per opposti motivi, dal progressismo cattolico e in particolare dalla storia del Concilio pubblicata in cinque volumi e in più lingue dalla cosiddetta "scuola di Bologna". [leggi tutto]

© Diario Vaticano

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quindi del "peccato originale" si discute tra i cattolici o forse anche tra i cristiani? Quindi é un punto tutto sommato secondario,visto che anche negandolo si rimane cristiani? Quindi negandolo del tutto si nega duemila anni di insegnamento e di fede,e questo sarebbe il meno, ma si nega anche il Sacrificio salvifico di Gesú Cristo? Quindi cosa resta del cristianesimo se non qualche brandello di ebraismo eretico? È quindi...?

silvio ha detto...

Personalmente ce l'ho meno con la scuola di Bologna e molto di più con chi dovrebbe scomunicarla e non lo fa.