di P. Giovanni Cavalcoli, OP
Nel panorama attuale della cultura cattolica non è assente
l’influsso di un filosofo noto ormai dagli anni ’60 del secolo scorso e già
docente all’Università Cattolica di Milano: Emanuele Severino, pensatore di
robusto spessore teoretico, che nel clima relativistico e storicistico del
nostro tempo, già da allora porta avanti le istanze rigorose della pura
speculazione, da Parmenide ad Hegel: l’essere, il divenire, l’apparire, il
pensare, l’uno, il tutto, l’eterno, lo spirito, la coscienza, l’assoluto, il necessario,
l’immutabile, l’infinito.
Severino, stimolato dal suo maestro Gustavo Bontadini,
inaugurò questa sua speculazione partendo da Parmenide e sempre restando
fedele, sino ad oggi, a questa posizione, anche se ovviamente egli non ha
trascurato di apportare alcune modifiche alla rigidezza dell’ontologia
parmenidea avvalendosi di certi apporti dell’idealismo moderno e della
fenomenologia husserliana, senza escludere un raffronto col tomismo e con
Heidegger. [leggi
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