«Gesù ci ha detto: Sono venuto per gettare fuoco alla terra
e come desidererei che fosse già acceso. Origene ci ha trasmesso una parola del
Signore: “Chi è vicino a me è vicino al fuoco”. Il cristiano non deve essere
tiepido. L’Apocalisse ci dice che questo è il più grande pericolo del
cristiano: che non dica di no, ma un sì molto tiepido. Questa tiepidezza
proprio discredita il cristianesimo. La fede deve divenire in noi fiamma
dell’amore, fiamma che realmente accende il mio essere, diventa grande passione
del mio essere, e così accende il prossimo. Questo è il modo
dell’evangelizzazione: “Accéndat ardor proximos”, che la verità diventi in me carità e la carità
accenda come fuoco anche l’altro. Solo in questo accendere l’altro attraverso
la fiamma della nostra carità, cresce realmente l’evangelizzazione, la presenza
del Vangelo, che non è più solo parola, ma realtà vissuta».
Dalla meditazione
che il Santo Padre Benedetto XVI ha tenuto nell’Aula del Sinodo, nel corso
della prima Congregazione Generale della XIII Assemblea Generale Ordinaria del
Sinodo dei Vescovi.
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