Chiedo scusa della noia che vi dò.
Il commento di Paolo al post su Tiziano Terzani mi stimola a qualche ulteriore riflessione sul giornalista e scrittore, che di seguito riporto.
Un paio d’anni fa un caro amico mi ha regalato l’ultimo libro di Terzani - “Lettere contro la guerra” (TEA, 2002) - ispirato dall’attacco alle Torri gemelle di New York (11 settembre 2001) e dalle bollenti dichiarazioni nel merito di Oriana Fallaci.
Terzani, quindi, scrive a due anni dalla morte, nel pieno della propria maturità intellettuale.
Rimango però ancora una volta abbastanza deluso da quel che scrive, non tanto per le critiche alla Fallaci, ma per quello che fonda e sostiene il suo pensiero.
A proposito della scrittrice fiorentina: le idee e lo stile di Oriana Fallaci sono criticabilissimi. La struttura delle sue analisi opinabile. Ma Terzani le boccia, senza riportare alcun commento di merito alle sue posizioni errate; né sottolinea le eventuali verità (sempre presenti in ogni autore, si tratti della Fallaci, di Terzani o di Lutero).
Così Tiziano a Oriana: «Ti scrivo […] per non far sentire troppo soli quei lettori che forse, come me, sono rimasti sbigottiti dalle tue invettive […] nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana, la ragione; il meglio del cuore, la compassione.»
Dunque la Fallaci senza ragione e senza cuore. Non è eccessivo?
«[…] la tua brillante lezione d’intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani, e questo mi inquieta.»
Dunque la Fallaci intollerante. Nemmeno un'incertezza nel giudizio?
Ripeto quindi che un autore - e la Fallaci, in particolare - non va stroncato completamente, specialmente laddove vengono espresse verità oggettive.
Ma di stroncatura completa si tratta.
Però il vero centro, le vere fondamenta degli ideali - non voglio dire ideologia - di Terzani è qua: «Dubitare è una funzione essenziale del pensiero; il dubbio è il fondo della nostra cultura. Voler togliere il dubbio dalle nostre teste è come voler togliere l’aria ai nostri polmoni.»
No di certo: è la metafisica la radice, il fondamento e la mèta della nostra cultura.
Non riconoscere questo è un attentato alla storia, prima, e alla ragione filosofica e teologica, poi.
Passino le critiche alla Fallaci, passi il pacifismo, passino le scuse di avere sbagliato per anni. Ma porre i propri limiti teoretici a norma della ragione, non lo permetto.
Poteva poi mancare San Francesco, perennemente e colpevolmente frainteso?
«Dove sono oggi i santi e i profeti? Davvero ce ne vorrebbe almeno uno!»
E dove lo va a pescare Terzani il profeta, se non in San Francesco, usato da lui come simbolo del buonismo ecologista?
«Ci vorrebbe un San Francesco. Anche i suoi erano tempi di crociate, ma il suo interesse era per gli “altri”, per quelli contro i quali combattevano i crociati.»
Dal nostro sito, a cominciare da un articolo di Paolo, abbiamo abbondantemente presentato il San Francesco della storia e dei fatti, assai difforme da quello dell'ideologia.
Terzani disinforma: «Mi diverte pensare che l’uno disse all’altro le sue ragioni, che san Francesco parlò di Cristo, che il sultano lesse passi del Corano e che alla fine si trovarono d’accordo sul messaggio che il poverello di Assisi ripeteva ovunque “Ama il prossimo tuo come te stesso”».
La storia reale dice ben altro: San Francesco andò a convertire il Sultano e non ascoltò alcun passo del Corano, perchè andò proprio per contrastare il Corano. Avrebbe accettato volentieri il martirio, per annullare il Corano. Questa la storia documentata. Il resto è fantasia.
Caro Terzani, il tuo compito non fu di immaginare, ma raccogliere ed esporre i fatti. Non i fatti dalle proprie idee, ma le idee dai fatti.
Chi ha la responsabilità della verità non può “divertirsi a pensare”, ma dev'essere schietto, onesto verso i lettori.
Se sei in Paradiso, prega per noi, per non venire accecati da cattivi maestri.
***
silvio
Un paio d’anni fa un caro amico mi ha regalato l’ultimo libro di Terzani - “Lettere contro la guerra” (TEA, 2002) - ispirato dall’attacco alle Torri gemelle di New York (11 settembre 2001) e dalle bollenti dichiarazioni nel merito di Oriana Fallaci.
Terzani, quindi, scrive a due anni dalla morte, nel pieno della propria maturità intellettuale.
Rimango però ancora una volta abbastanza deluso da quel che scrive, non tanto per le critiche alla Fallaci, ma per quello che fonda e sostiene il suo pensiero.
A proposito della scrittrice fiorentina: le idee e lo stile di Oriana Fallaci sono criticabilissimi. La struttura delle sue analisi opinabile. Ma Terzani le boccia, senza riportare alcun commento di merito alle sue posizioni errate; né sottolinea le eventuali verità (sempre presenti in ogni autore, si tratti della Fallaci, di Terzani o di Lutero).
Così Tiziano a Oriana: «Ti scrivo […] per non far sentire troppo soli quei lettori che forse, come me, sono rimasti sbigottiti dalle tue invettive […] nelle tue parole sembra morire il meglio della testa umana, la ragione; il meglio del cuore, la compassione.»
Dunque la Fallaci senza ragione e senza cuore. Non è eccessivo?
«[…] la tua brillante lezione d’intolleranza arriva ora anche nelle scuole, influenza tanti giovani, e questo mi inquieta.»
Dunque la Fallaci intollerante. Nemmeno un'incertezza nel giudizio?
Ripeto quindi che un autore - e la Fallaci, in particolare - non va stroncato completamente, specialmente laddove vengono espresse verità oggettive.
Ma di stroncatura completa si tratta.
Però il vero centro, le vere fondamenta degli ideali - non voglio dire ideologia - di Terzani è qua: «Dubitare è una funzione essenziale del pensiero; il dubbio è il fondo della nostra cultura. Voler togliere il dubbio dalle nostre teste è come voler togliere l’aria ai nostri polmoni.»
No di certo: è la metafisica la radice, il fondamento e la mèta della nostra cultura.
Non riconoscere questo è un attentato alla storia, prima, e alla ragione filosofica e teologica, poi.
Passino le critiche alla Fallaci, passi il pacifismo, passino le scuse di avere sbagliato per anni. Ma porre i propri limiti teoretici a norma della ragione, non lo permetto.
Poteva poi mancare San Francesco, perennemente e colpevolmente frainteso?
«Dove sono oggi i santi e i profeti? Davvero ce ne vorrebbe almeno uno!»
E dove lo va a pescare Terzani il profeta, se non in San Francesco, usato da lui come simbolo del buonismo ecologista?
«Ci vorrebbe un San Francesco. Anche i suoi erano tempi di crociate, ma il suo interesse era per gli “altri”, per quelli contro i quali combattevano i crociati.»
Dal nostro sito, a cominciare da un articolo di Paolo, abbiamo abbondantemente presentato il San Francesco della storia e dei fatti, assai difforme da quello dell'ideologia.
Terzani disinforma: «Mi diverte pensare che l’uno disse all’altro le sue ragioni, che san Francesco parlò di Cristo, che il sultano lesse passi del Corano e che alla fine si trovarono d’accordo sul messaggio che il poverello di Assisi ripeteva ovunque “Ama il prossimo tuo come te stesso”».
La storia reale dice ben altro: San Francesco andò a convertire il Sultano e non ascoltò alcun passo del Corano, perchè andò proprio per contrastare il Corano. Avrebbe accettato volentieri il martirio, per annullare il Corano. Questa la storia documentata. Il resto è fantasia.
Caro Terzani, il tuo compito non fu di immaginare, ma raccogliere ed esporre i fatti. Non i fatti dalle proprie idee, ma le idee dai fatti.
Chi ha la responsabilità della verità non può “divertirsi a pensare”, ma dev'essere schietto, onesto verso i lettori.
Se sei in Paradiso, prega per noi, per non venire accecati da cattivi maestri.
***
silvio
2 commenti:
Caro Silvio, questo approfondimento è più che opportuno. A scanso di equivoci, voglio dirti che in quelle mie due righe su Terzani non c'era nessun intento apologetico del personaggio. Solo una semplice riflessione su un minimo di simpatia umana suscitata dall'uomo terzani, e nulla più. Sottolineando qualcuno dei suoi errori, i più evidenti.
No, caro Paolo, questo post non è affatto motivato dall’ultima parte del tuo commento; ci mancherebbe.
Ho volutamente tralasciato le molte parole di verità di Terzani (e di posizioni nobili contro il male del mondo) per una sorta di contrappasso dantesco.
Come quasi per far sentire al suo spirito quanto è sbagliato rilevare solo il lato negativo di una persona (come lui fece con la Fallaci).
Mi premeva dire che nessuno commette solo errori o dice solo verità.
Anche a me il buon Terzani ispira simpatia e non disprezzo affatto la sua opera, come invece voglio far apparire nelle mie considerazioni. Mi interessava non tanto affondare il pensiero di Terzani, ma l’ideologia anti-metafisica che sta distruggendo - a mio parere - l’umanità.
Ciao
Posta un commento