venerdì 23 novembre 2012

Falsi miti del Novecento: Mohandas Karamchand Gandhi


di Giuseppe Brienza

Gandhi: “cattivo maestro” e “mito” da sfatare? Sì, almeno da due punti di vista: l’eredità politica della sua “missione” ed il giudizio espresso su di lui dalle élites del mondo tradizionale indù.
Nato nel 1869 nella città indiana di Porbandar (Gujarat), il “Mahatma”, che in sanscrito significa la grande anima, apparteneva alla casta dei Bania, cioè dei commercianti. Questa sua origine andrebbe tenuta in considerazione per tratteggiare la fisionomia del personaggio. In India infatti, ad ogni casta corrispondono determinate concezioni morali, intellettuali e religiose e, come spiega uno fra i maggiori esperti di cultura tradizionale indiana, il francese Alain Daniélou (1907-1994), le caratteristiche della casta dei Bani si identificano con un «estremo puritanesimo, nel vegetarismo più assoluto, nell’assenza totale di preoccupazioni metafisiche o filosofiche e, in compenso, con il più grossolano sentimentalismo religioso […]. Un puritanesimo glaciale maschera la disonestà in tutto ciò che concerne le questioni di denaro e d’affari. Ovunque si trovino, i mercanti indiani finiscono per impossessarsi di tutto» (A. Daniélou, Storia dell’India, tr. It., Ubaldini Editore, Roma 1992). [leggi tutto]

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