Spoliticizzazione e predominio dell'economia e del
falso umanitarismo: ecco le profezie (avverate) di Carl Schmitt
di Marcello Veneziani
L'aveva chiamata san Casciano
la sua casa del buen retiro a Plattenberg, il luogo natìo in cui tornò per
trascorrere la lunga vecchiaia fino alla morte, all'età di 97 anni, nel 1985.
San Casciano, come l'ultima casa-esilio di Niccolò Machiavelli, quando si
ritirò dall'attività di Segretario.
Ma Carl Schmitt confidò in
un'intervista che aveva battezzato così la sua casa non solo in onore di
Machiavelli ma anche perché San Casciano è il santo protettore dei professori
uccisi dai loro scolari. Schmitt si identificava in ambedue, nell'autore de Il
Principe, nel suo lucido realismo politico e nel suo amore per la romanità; ma
anche nel Santo, perché si sentì tradito da molti suoi allievi.
Quell'intervista dà il titolo a una raccolta di scritti di Carl Schmitt, curata
da Giorgio Agamben e riapparsa da poco (Un
giurista davanti a se stesso, Neri Pozza, pagg. 314, euro 16,50). [leggi
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© Il Giornale
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