lunedì 12 novembre 2012

Libro “Intervista su Dio”


di Silvio Brachetta

Recentemente - il 2 ottobre ad Augusta (Germania) - l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione, si è lamentato «per il profondo analfabetismo riguardo i contenuti della fede». Probabilmente, ha detto Fisichella a proposito delle chiese sempre meno frequentate, «qualcosa negli ultimi decenni non ha funzionato».
Viene immediatamente da pensare che una delle cose che potrebbero non avere funzionato è il pressoché uniforme svuotamento dei contenuti della fede stessa, per mezzo dei quali i testimoni e i santi di tutti i tempi sono sempre stati pronti a «rispondere a chiunque» avesse domandato loro una qualche «ragione della speranza» che fu in loro (1 Pt 3, 15). E qui si parla espressamente di «ragione», nel senso che la testimonianza cristiana è una sintesi tra la dimostrazione esistenziale e vitale del proprio coinvolgimento con la persona di Gesù Cristo e la dimostrazione logica e argomentativa di quanto la fede sia del tutto ragionevole e ragionevolmente vera. [leggi tutto]

© Vita Nuova

1 commento:

sergio ha detto...

Non c'entra con l'argomento ma vorrei segnalare questo art del Messaggero Veneto di oggi
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Trova in discarica
14 mini-reliquiari
con il sigillo vaticano
“Giallo ecclesiastico” nell’ecopiazzola di San Pietro al Natisone. Un armadio restituisce preziosi oggetti. «Li darò alla Curia»
discariche reliquie
-
di Lucia Aviani

SAN PIETRO AL NATISONE. “Giallo” ecclesiastico… in discarica: storia dai contorni non ben definiti, non ancora per lo meno, ma curiosa e degna di essere raccontata.
Dal sottofondo di un vecchio armadio strappato in extremis al destino dello smaltimento (nella discarica appunto, o per meglio dire nell’ecopiazzola, di San Pietro) è spuntato un piccolo pannello foderato con un drappo porpora, luccicante di quattordici mini-reliquiari. Ninnoli di proporzioni ridottissime, alcuni dei quali recano impresso, sul retro - con timbro in ceralacca, protetto da un dischetto in rame -, il sigillo vaticano.
La scoperta, facile intuirlo, è stata fortuita: per puro caso un boscaiolo di Savogna che non disdegna il recupero di oggetti in disuso - «Di questi tempi bisogna arrangiarsi…» -, ha notato una medaglietta nella cabina del mobile, che stava per essere gettato da terzi (ignoti) in ecopiazzola e che lui si era offerto di portare via. Il fatto l’ha insospettito. Un successivo sopralluogo ha permesso di individuare il doppiofondo, che non ha tradito le attese: non era vuoto, ma conservava, al contrario, il misterioso “quadro multi-reliquia”.
Non si sa, allo stato, da dove l’armadio provenisse: una parrocchia? Un’abitazione privata? Il boscaiolo non ha fatto in tempo a chiederlo a chi si è liberato del manufatto, dal momento che l’ignoto personaggio, a conferimento avvenuto, si è allontanato. «Sono cattolico praticante, vorrei restituire il materiale alla Curia - dichiara l’uomo -. Ho chiamato subito diversi sacerdoti, ma nessuno mi ha prestato attenzione…». Difficile sbilanciarsi sulla datazione e il valore dei reperti: quel che si può dire con certezza è che gli oggettini - tra i quali una croce decorata con una pietra, e custodita in un contenitore su misura - rimandano al culto di San Giovanni Battista, Santa Caterina e San Marco.
«L’unica cosa da fare è portare il materiale ai Carabinieri - suggerisce l’arciprete di Cividale, monsignor Livio Carlino -: o è un armadio appartenuto a una chiesa e poi passato ad altri, che non si sono accorti della presenza del reliquiario, oppure quest’ultimo è oggetto di furto».