Allora, su segnalazione di Riccardo - di cui all’articolo di Roberto - mi sono messo a leggere qualche stralcio de Il problema dell’ateismo di Augusto del Noce, contenuto nel libro Verità e ragione nella storia. Antologia di scritti (Rizzoli, 2007).
Aveva ragione Riccardo: la comprensione risulta difficile e lo stile estremamente tecnico (in senso filosofico).
Dopo le prime tre pagine, trasmetto quello che ho capito (poco).
Del Noce, mi pare, consideri l’ateismo come lo sbocco naturale - anzi, necessario - del razionalismo. Nel senso che una speculazione esclusivamente razionalista non può che incanalare le conclusioni verso la negazione della trascendenza e del soprannaturale. Il razionalista, cioè, concepisce la ragione sussistente sulle proprie fondamenta, postulando un orizzonte filosofico puramente immanente.
Del Noce elenca tre forme di razionalismo, corrispondenti a tre gruppi di filosofi:
1) Razionalismo negativo: coloro che dall’empirismo giungono allo scetticismo. Non c’è Dio e non vale nemmeno la pena di conoscere il mondo. Nichilismo.
2) Razionalismo positivo: dogmatismo. Noi siamo Dio e la nostra massima espressione è la politica. Totalitarismi.
3) Irrazionalismo: coloro che vivono la tragedia del razionalismo e, non di rado, perdono la ragione. Ad esempio Nietzsche, Lequier.
Continuo a leggere. Per ora mi fermo.
Segnalo il sito del Comitato per il centenario della nascita di Augusto Del Noce.
Segnalo il sito del Comitato per il centenario della nascita di Augusto Del Noce.
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silvio
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