lunedì 24 maggio 2010

Pentecoste ortodossa


Pur aderendo alla convinzione di alcuni, secondo cui l’ecumenismo finora condotto dalla Chiesa non abbia portato frutti (ma danni per la fede), vedo forse qualche probabilità di successo nelle trattative tra la Chiesa di Roma e la Chiesa ortodossa di Russia.
Per “successo” intendo il ritorno del Patriarcato di Mosca nel seno di Santa Romana Chiesa, anche in forza della guida intelligente del Patriarca Kirill.
Ancora prima della questione teologica legata al primato petrino, Mosca dovrebbe rendersi conto che l’antica diffidenza verso la Chiesa di Roma è del tutto ingiustificata. La Chiesa d’Occidente è sempre stata considerata eccessivamente mondana e secolarizzata, nonché accusata di scivolamento verso l’eresia apollinarista. Su questi malintesi Mosca ha fondato la propria rivendicazione dell’eredità apostolica e si è definita Terza Roma (dopo Costantinopoli).
Sandro Magister ipotizza che, con il pretesto della nuova evangelizzazione dell’Europa, si potrebbe giungere ad un passo decisivo, nel merito dell’unità della Chiesa di Cristo.
Kirill insiste sul concetto di Tradizione e, implicitamente, rileva che la Russia non ha abbandonato l’antico programma di lotta contro la secolarizzazione. Con atteggiamento realmente ortodosso, denuncia i pericoli del neoliberalismo e dell’antropocentrismo. In quest’ultimo accenno all’ideologia antropocentrica si intravvede una velata critica alla svolta antropologica della teologia cattolica del XX secolo.
Mi piace anche la definizione di protestantesimo come «lettura liberale del cristianesimo».
Spero in una Pentecoste ortodossa.
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silvio

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