venerdì 28 maggio 2010

Il cortile dei gentili


Benedetto XVI nel dicembre 2009 con un discorso in occasione degli auguri natalizi alla curia romana ha rievocato il <<cortile dei gentili>>  del Tempio di Gerusalemme, ne sottolineo un breve passaggio: << si pensava con ciò a persone che conoscono Dio, per così dire, soltanto da lontano; che sono scontente con i loro dèi, riti, miti; che desiderano il Puro e il Grande, anche se Dio rimane per loro il “Dio ignoto” (cfr At 17>> E’ un giudizio molto pesante sulla irreligiosità odierna, quasi la decretazione di un suo fallimento: nata per liberare l’uomo dal mito religioso è ricaduta in versioni più scialbe ma non meno potenti di mito. L’uomo è di nuovo consegnato – come i Gentili ai tempi di Israele – ai miti e agli idoli.  Ripercorrendo i discorsi di Ratzinger è facile elencare questi nuovi miti: l’ecologismo, lo scientismo, il materialismo, lo psicologismo, l’equalitarismo, terzomondismo, pauperismo, l’ideologia del gender, l’economicismo, il narcisismo e tutte le forme di riduzionismo. Il Papa non propone un dialogo alla pari ma l’idea che il Dio di Gesù Cristo sia risposta alle profonde attese umana e come tale, secondo lui, dovrebbe essere proposto. Il Cortile dei Gentili, non era fuori del tempio, ma dentro. Non era un luogo profano ma già sacro, un luogo religioso. Oggi quel cortile e quei gentili ci sono ancora: semmai, la pluralità di religioni e miti è aumentata, e i mercanti si sono fatti più scaltri e aggressivi. Nel suo libro Introvigne invita a diffidare delle soluzioni facili e immediate e ad apprendere la difficile arte del discernimento, in un mondo di religioni e di credenze che sembra essersi fatto improvvisamente intricato e indecifrabile.
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roberto

6 commenti:

Claudio Cerri ha detto...

Grazie tanto per il follow!

silvio ha detto...

Grazie a te del passaggio e del commento.

Alfa ha detto...

Una cosa non capisco: credevo che i mercanti fossero dei Fedeli, non dei Gentili, dal momento che vendevano le colombe da offrire nel Tempio e cambiavano la moneta per impedire che l'empia effige dell'imperatore ne profanasse la sacralità con il suo intrinseco idolatrismo.

silvio ha detto...

Sì, nell’atrio o cortile dei gentili vi erano i cambiavalute giudei e i venditori di colombe, ma lo spazio era accessibile anche ai gentili (pagani).
Anzi, per essere precisi, i cortili del tempio (ve n’era più d’uno) dovevano servire esclusivamente allo studio ed alla preghiera. Fosse anche la preghiera di quei pagani che sentivano di dover pregare quel Dio a loro sconosciuto.
Insomma, i mercanti impedivano la preghiera ed il culto.

Alfa ha detto...

Grazie per la spiegazione, ma ancora non mi è chiara una cosa.

Se capisco bene i mercanti non si trovavano nell'atrio "per fare mercato".
Erano lì, in ossequio alla Legge (erano anche autorizzati), per consentire ai fedeli di presentare offerte conformi alla Tradizione.

Dobbiamo dedurre che la Parola li abbia allontanati da quel Luogo perché la loro presenza era contraria al suo Spirito non per un'occupazione che noi definiremmo "abusiva", infatti la loro presenza era conforme alla Legge e alla Tradizione.
E' giusto?

silvio ha detto...

I cambiavalute ed i mercanti erano certamente previsti dalla Tradizione giudaica, ma non dentro il tempio e nemmeno nell’atrio dei gentili. Quest’attività era da prevedersi fuori.
Fu solo per una consuetudine umana che i cambiavalute entrarono nel cortile. E poi con essi si accodarono anche i mercanti. Gesù, a questo proposito, attacca duramente le tradizioni umane (da non confondersi con la Tradizione), che sono solo precetti di uomini (come ad esempio l’atto di ripudio).
I cortili del tempio avrebbero dovuto avere una funzione - anche per i giudei prima di Cristo - esclusivamente cultuale (di culto) o di studio. Questo tanto per i giudei, quanto per i gentili.