domenica 16 maggio 2010

Augusto Del Noce


Vorrei presentare agli amici di Sivan l'importante figura del filosofo Augusto Del Noce, per ricordarlo nel centenario della sua nascita (1910)

Il suo grande contributo tra gli altri, è stato quello di aver tolto al comunismo l’arma polemica, in quanto ideologia immanentista e atea ,di essere l’unica forza alternativa al fascismo considerato conservatore difensore di una tradizione trascendentale e metafisica. Egli dimostrò come anche i “fascismi” sono da annoverare tra i frutti del modernismo ateo e immanentista.
Pertanto fu profetico, considerò assolutamente impossibile l’incontro tra marxismo e cristianesimo, capì che il marxismo non potrà mai purificare la morale cattolica ma in ultima analisi solo distruggerla. Fu pertanto isolato in ambito intellettuale. Del Noce non è stato un filosofo propriamente controrivoluzionario e prendeva come esempio la figura di Maritain che disilluso dalla realizzazione di una cristianità per una regalità sociale di Cristo, si convertì al progressismo .A tal proposito possiamo dire che la scuola contro-rivoluzionaria non trova la sua ragion d’essere nell’apologia della monarchia assoluta e dell’Antico regime, i contro-rivoluzionari vedono nell’assolutismo e nell’erosione delle libertà dei corpi intermedi, delle città, delle professioni, delle famiglie la premessa della Rivoluzione. Pertanto non è un perdente nostalgico. Il progressismo al contrario tende ad un assolutismo, di un partito non corrotto – davvero “moderno principe” – o di una élite d’illuminati dal vago sapore gnostico o della Costituzione , nei quali fondano la loro ragion d’essere. Molte volte invece sono stati sconfitti.
-Con la fine dell’egemonia della Democrazia Cristiana.
-con il fallimento di Mani Pulite, colpo di Stato “legale” che sembrò rappresentare il trionfo della magistratura èlite illuminata.
-con la resistenza dell’ultimo Amintore Fanfani (1908-1999) a una prospettiva d’incontro tra cattolici e comunisti.
-con l’emergere della posizione di contrasto al Partito Comunista Italiano di Bettino Craxi (1934-2000).
- con gli ostacoli frapposti da Paolo VI – e tanto più dal suo successore Giovanni Paolo II (1920-1985) – all’interpretazione del Concilio secondo un’ermeneutica di rottura rispetto alla tradizione della Chiesa.
- con la discesa in campo imprevedibile e imprevista di Silvio Berlusconi.
Questi sono soltanto brevi spunti, un incentivo a conoscere e approfondire meglio questo grande filosofo
***
Roberto

5 commenti:

Riccardo ha detto...

Di Del Noce sto leggendo "il problema dell'ateismo". Lo trovo molto interessante, anche se al di là della mia comprensione in molti tratti.

silvio ha detto...

Mi piace il ritratto che ne dà Gianni Baget Bozzo: http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/concilio_e_postconcilio/augusto_del_noce/articolo.php?id=818&titolo=Il filosofo della libertà politica. Del Noce
«Che dialogo Del Noce poteva avere con una teologia che abbandonava la filosofia, come la teologia postconciliare?», dice amareggiato Baget Bozzo.
Ho sentito dire anche in altre sedi che «Del Noce fu un pensatore solitario», perché aveva l’antipatia o il disinteresse di tutto un mondo cattolico infettato di modernismo. «Rifiutò di cantare nel coro dei cattolici progressisti»: fu un pesce fuor d’acqua, insomma.
Per me un autore da scoprire, perché lo conosco poco.

roberto ha detto...

@Ciao Riccardo,
La questione è sempre quella di conciliare modernità e fede.Il "dramma" dell'uomo è che non potrà mai essre totalmente ateo ,nel senso che è un essere trascendentale per natura.Il "dramma" è - e questo vale per qualsiasi filosofia, immanentistica o trascendentistica-
che o si ritrova legato in un passato sepolto che non torna più o
alla fine si ritrova ateo,- ma ateo non sarà mai-

La scuola controrivoluzionaria degnamente interpretata attraverso lo studio della dottrina sociale può dare una risposta a questo dramma. Accettare il progresso (con i limiti del magistreo ovviamente )senza perdere la fede
Del Noce evidentemente aveva una conocenza della controrivoluzione legata ancora a vecchi schemi ottocenteschi.Però la sua analisi filosofica del "dramma" è notevole e degna di studio.
@Caro Silvio ti consiglio vivamente,se hai ricevuto l'ultimo numero di Cristianità l'articolo su Ousset a firma di introvigne
Ciao

un Blogger qualunque ha detto...

Grazie per essere passato dalle mie parti ed avermi fatto scoprire il tuo spazio davvero interessante. Alla prossima

silvio ha detto...

@ Roberto: vado e leggo. Grazie.

@ Mago di Oz: anche il tuo sito è molto interessante. Grazie del passaggio e del commento.