lunedì 31 maggio 2010

L’arcivescovo Giampaolo Crepaldi continua ad onorare Trieste


Si moltiplicano i fenomeni di disobbedienza al Papa ed ai vescovi. Questa volta segnalo il caso della riforma sanitaria di Obama Hussein - l’unico presidente della storia che s’è vergognato del proprio nome.
I vescovi statunitensi hanno polemizzato con la suddetta riforma, perché non è per nulla scontato che l’aborto possa ricevere finanziamenti. Inoltre potrebbe non essere tutelata l’obiezione di coscienza degli anti-abortisti. Cha fanno a questo punto diversi istituti di suore (si parla di 400), capitanate da una certa suor Simone Campbell? Ovviamente disobbediscono ai vescovi e dicono che la legge va bene così: loro sono a contatto con i casi concreti e un bell’aborto ogni tanto ci starebbe bene.
L’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi - che ha scelto la linea dell’apostolato chiaro e forte (il Signore ce lo conservi e lo benedica) - con la disobbedienza proprio non ci sta. E denuncia: c’è «un grande problema della Chiesa di oggi: le indicazioni dei pastori non ottengono una unità di intenti e di prassi, molti sacerdoti, suore e laici distinguono, si dissociano, si ritengono in diritto di coscienza di pensare e agire a loro modo.» A livello generale, dice mons. Crepaldi, esiste «un notevole problema di compattezza dei cattolici  dietro alle indicazioni dei vescovi e del Papa in materia  di morale pubblica.»
E descrive qual è l’evidente errore modernista legato alla “libera coscienza”: «Di fatto, nelle coscienze, si è insinuata l’idea che la guida dei pastori in questi campi sia superflua quando non addirittura sbagliata e che la coscienza personale, appunto, debba dire l’ultima parola in merito.»
Che i cattolici adulti (e modernisti) si rileggano la Veritatis splendor di Giovanni Paolo II.
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silvio

1 commento:

roberto ha detto...

E direi anche l'elogio della coscienza. del prefetto della cogregazione della fede Ratzingerhttp://www.ratzinger.us/modules.php?name=News&file=article&sid=16