martedì 1 giugno 2010

Contrordine compagni!


Era inevitabile che la Cina abbandonasse - uno ad uno - tutti i vecchi lemmi del socialismo reale. Adesso è il turno di «compagno», «tong zhi» (pronuncia: ton z). Non ne vogliono più sentire il suono.
Già da tempo il Libretto rosso si può reperire unicamente in qualche mercatino delle pulci. A casa ne ho uno ed è proprio rosso, nel senso che è macchiato di sangue. Forse il proprietario non era precisamente un entusiasta di Mao.
Comunque, eccoli convertiti al capitalismo obbligatorio. Contrariamente all’opinione comune, la Cina non è affatto impermeabile all’Occidente, se ha incamerato per mezzo secolo una certa filosofia tedesca (ma certo, il comunismo). Niente affatto: la Cina è come una spugna rispetto all’Occidente, come oramai è sempre più evidente.
Ricordo che le conversioni a Cristo - e gli ingressi nella sua Chiesa - sono di circa 22.000 all’anno. I cinesi sono tanti, milioni di milioni, ma la stella… rossa vuol dire antichità.
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silvio

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Dopo aver letto "il teatro delle ninfee" ho guardato IL LIBRETTO ROSSO che anche io ho in libreria, in maniera nuova.
Non so ancora esattamente cosa penso di Quella e Questa cina, so che sempre piu' comundano in pochi per molti, e non solo in cina.

silvio ha detto...

Quoto. Ma quando realizzai questo mi sono scoperto conservatore.

Riccardo ha detto...

Il comunismo distrugge tutte le culture preesistenti, lasciando il nulla. E' successo in occidente e in oriente, si vede che il vuoto sta per essere riempito da Cristo, almeno in Cina.

Paolo ha detto...

Se è vero che tutto è Grazia e Provvidenza, e Dio può trarre del bene anche dal male, forse anche il passaggio rovinoso del comunismo in Cina potrà avere qualche risvolto positivo. Le idee originariamente cristiane della redenzione messianica, del cammino verso una meta futura e dell'avvento di un mondo nuovo, sconosciute in Cina e penetrate distortamente nella sua società attraverso l'aberrante marxismo, potranno magari favorire una futura, più copiosa semina del messaggio evangelico.
Questo era tra l'altro il senso autentico di un passo controverso del libro di Giovanni Paolo II "Identità e Memoria".