mercoledì 23 giugno 2010

Epistemica russa


Finalmente, in ristampa, La colonna e il fondamento della Verità di Pavel Aleksandrovic Florenskij (San Paolo, 2010). L’edizione del 1998 (Rusconi) era andata esaurita da tempo.
È un saggio di teodicea, ovvero Florenskij prende le difese di Dio. È il capolavoro dell’autore.
Prima però di farsi travolgere dall’entusiasmo e volare a comprare il tomo - libro assolutamente da consultare, almeno, perché ha molta affinità con l’Epistemica - alcune avvertenze, per leggere, sì, ma in modo critico:
  
1) L’Autore è russo. La Russia non ha avuto un medioevo luminoso e scientifico quanto l’Occidente, ma buio e illetterato. Ovvero, la Russia è saltata dall’epoca antica e patristica direttamente all’epoca moderna. Non ha conosciuto la schola e l’universitas medievali latine. Non ha conosciuto la grande teoresi filosofica, scientifica e teologica occidentale. Ergo, teologi e filosofi del XIX-XX secolo - e Florenskij è tra questi - non possono non avere avuto una formazione imbevuta di occamismo, idealismo, kantismo, hegelismo, ecc…
  
2) L’Autore è uno slavofilo: il suo orizzonte è la grande e santa Russia. L’Occidente e la Chiesa Romana d’Occidente sono viste con grande sospetto. In particolare lo slavofilismo accusa la Chiesa di Roma degli errori di razionalismo e apollinarismo.
  
3) Quindi, l’Autore ha composto un’opera dove la sensibilità soggettivista-esperienziale prevale sulle forme classiche della teologia tomista oggettivista-razionale. Uno stile della specie di un Don Giussani ante litteram, per capirci.
Buona lettura.
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silvio

6 commenti:

Riccardo ha detto...

Sapevo dell'accusa di razionalismo rivolta ai cattolici, ma quella di apollinarismo mi mancava.

silvio ha detto...

Mancava anche a me. Lo sostiene Silvano Tagliagambe in “Come leggere Florenskij” (Bompiani).
Qua sul web ho trovato quest’affermazione di Filofeo (forse volevano scrivere Filoteo), che parla allo zar: “La Chiesa dell’antica Roma è caduta a causa dell’eterodossia dell’eresia apollinarista”: http://cartabianca.itgo.com/storiadue.htm
Come stiano però le cose nel particolare non lo so. Cercherò di approfondire queste affermazioni.

Riccardo ha detto...

Il fatto è che nel corso dei secoli si è accumulato molto odio, che ancora oggi non è scomparso, specie tra il popolo. E' normale che quindi ci siano delle accuse che non hanno molto fondamento, in fin dei conti c'è stata per secoli molta ignoranza nei confronti del cattolicesimo.

Anonimo ha detto...

Ciao Silvio, mi vien da dire che il cristianesimo è esperienza soggettiva e personale e non necessariamente elucubrazione razionalistica. Perchè Cristo è esistito ed è risorto quindi è qui ed è incontrabile ancora oggi. se il cristianesimo e la fede cristiana fossero il frutto di una riflessione teologico razionalista staremo freschi!!! meglio Budda così non ci pensiamo alla vita e allo stridor di denti! la ragione umana segue l'esperienza e quasi mai l'anticipa, vedi che triste fine fanno tutte le eresie razionaliste!! e la fede in Cristo e il farsi cattolico e non buddista viene dopo l'incontro o la ragionevole decisione di Cristo come Fatto e possibilità. Il nesso tra Florenskij e Giussani è pertinente, due grandi mistici e due grandi educatori e teologi sia pur in liturgie e teodicee differenti.
Se poi si saltano le contingenze storiche e si comprendono i diversi linguaggi si scopre che l'ortodossia russa è più vicina alla cattolicità di quanto si pensi. la Santa Russia era anche vista come la storicizzazione della Gerusalemme celeste, la storia che si fa teodicea per la salvezza del mondo.
L'esperienza mistica dell'Ortodossia aiuta a comprendere alcune ragioni degli slavofili ma anche il loro limite.
fausto

silvio ha detto...

Sì, caro Fausto, ho fatto il parallelo con Giussani nel senso dell’auspicio di un’effettiva somiglianza tra i due.
I 3 punti erano solo un “vademecum” per coloro che avessero una visione esclusivamente scolastica della Rivelazione - o esclusivamente esperienziale. I primi dovrebbero tenere conto delle differenti sensibilità orientali ed occidentali (ed accettare una visione più soggettivista). I secondi dovrebbero avere un atteggiamento “critico” per non equivocare e credere che Florenskij si sbilanci troppo sulla fede piuttosto che sulla ragione.
Ma con Florenskij - ne sono sicuro - il pericolo di estremismo non c’è: come gli autentici geni egli sintetizza in modo esemplare la sensibilità soggettivista-esperienziale con quella oggettivista-razionale. Fede e ragione, grazia e giustizia. Certo, Florenskij ha uno stile decisamente spirituale-mistico, mentre San Tommaso d’Aquino, ad esempio, dà l’idea di una fredda razionalità.
Sappiamo invece qual è la realtà. Sono entrambi grandi mistici, uomini di sintesi. Il primo è un grande scienziato e matematico, nonostante la sensibilità soggettiva. Il secondo una grande anima spirituale e angelica, nonostante l’amore per lo studio e la teoresi.

Anonimo ha detto...

Silvio, mi sa che Vita Nuova ti aspetta ...!!!
appena posso chiedo un incontro al direttore
poi ti faccio sapere
fausto