di Fabio Trevisan
A Natale si contempla il paradosso della grotta, ovvero di
un Dio Signore dei Cieli e della Terra che si è fatto Uomo piccolo,
nascosto e protetto nel grembo santissimo di Maria, senza guardie del corpo né
sontuosi troni regali. Il pagliericcio pregno di umori animali fa da cuscino al
suo capo sotto lo sguardo tenero e apprensivo di San Giuseppe: così indifeso,
così incapace se non di piangere, è un Dio che si affida alle cure terrene
dell’uomo come un qualsiasi bambino. Come ricorda suggestivamente Gilbert Keith
Chesterton (1874-1936) nel saggio Uomo
eterno, il bambino Gesù riassume lo scherzo paradossale di un Dio le cui mani che avevano fatto il sole e le
stelle erano troppo piccole per arrivare alle grosse teste degli animali (il
bue e l’asinello nell’iconografia ideale del presepe). Come è potuto accadere
questo? Come questo mistero incarnato sia potuto passare attraverso un mirabile
e santo Fiat di una Sua creatura? [leggi
tutto]
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