venerdì 14 dicembre 2012

Quel gran ballo al Kremlino in cui nacquero i radical chic

Curzio Malaparte

Il capolavoro incompiuto di Curzio Malaparte racconta la Mosca governata dai primi seguaci di Lenin: un'aristocrazia comunista snob e viziata

di Alessandro Gnocchi

Era tutto scritto ne Il ballo al Kremlino, il romanzo incompiuto (e postumo) di Curzio Malaparte; un libro dalla storia travagliata giunta ora a un punto fermo grazie all'edizione Adelphi (pagg. 418, euro 22) curata con impegno filologico da Raffaella Rodondi.
Protagonista de Il ballo al Kremlino, scrive l'autore stesso, è «un corpo sociale: e cioè quell'aristocrazia comunista che aveva preso il posto dell'aristocrazia russa dell'antico regime, e somigliava, per molti aspetti, a quella nobiltà rivoluzionaria, sorta dalla rivoluzione francese, che al tempo del direttorio circondava Barras». Malaparte ritrae la cerchia dei rivoluzionari della prima ora, legata a Lenin: figure ormai lontane, sepolte (in senso letterale) dallo stalinismo. A lui, frequentatore della Russia nel 1929, note di persona. Ma famigliari anche per noi. Come non riconoscere in queste pagine l'archetipo della sinistra tendenza radical chic?. [leggi tutto]

© Il Giornale

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