domenica 17 marzo 2013

Carteggio francescano


Resto in attesa perplessa di sapere di piú, di conoscere meglio, sospendo un giudizio che sarebbe emotivo in questo momento. Voglio solo citare Edgar Allan Poe, addirittura: “We, of the nineteenth century, need some worker of miracles for our regeneration; but so degraded have we become that the only prophet, or preacher, who could render us much service, would be the St. Francis who converted the beasts” ("Marginalia" [15:225], Southern Literary Messenger, June 1849)".
Mettiamola così, siamo anche noi scaduti molto, tiepidi cattolici quali siamo, e diventati un po' sordi bestioni. Che sia questo il Francesco che ci scuoterà e ci avvierà sul cammino della conversione? Così sia, per lui e per noi.
Sergio

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Non so... c’è qualcosa che continua a piacermi in questo papa, nonostante io preferisca le belle vesti merlettate di un altro Francesco (Forgione) - di un Padre Pio, cioè, che dice Messa...
Anche oggi papa Francesco ha parlato di Chiesa povera. Neanche questo piace alle mie orecchie antivaldesi, antidolciniane e antihussite. Sì, ma lo ha detto in modo da fare intendere (o almeno è questo che m'è parso d'intendere) che la Chiesa ha bisogno dello Spirito di povertà - e questo è verissimo, non è pauperismo.
Ho molto gradito l’omelia, nella quale dice espressamente di pregare il Signore e non il diavolo. Ed il programma di “camminare, edificare, confessare”. E poi anche, nella prima udienza, il riferimento al “Signore, unico Salvatore di tutti gli uomini”.
Mi piace la sua devozione alla Madonna e il suo carattere risoluto.
Vedremo. Spero tu abbia ragione.
Silvio

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho mai capito cosa sia questa "Chiesa dei poveri", proprio non ci arrivo. Io sono un pensionato con meno di mille euro di pensione, ho poche esigenze, ho l'appartamento mio, non ho il televisore per scelta mia, non viaggio mai anche perchè devo accudire mia madre molto anziana,non fumo,non bevo,non vado al ristorante e infine ho i miei acciacchi ma tutto sommato sto bene. Contribuisco come posso a qualche associazione benefica e se i miei vicini hanno bisogno di aiuto dò una mano volentieri. I miei unici lussi i libri per i quali spendo un po' troppo. Quello che ho mi basta o lo faccio bastare,e insomma non mi lamento, anzi. Vivo serenamente e senza preoccupazioni eccessive. In fin dei conti passo il periodo più sereno,tranquillo, libero della mia vita. Mi sento ricco,senza esserlo. Ecco, per questi motivi non mi sento povero. Allora non sono degno di far parte di questa Chiesa dei poveri? Non è fatta per me? Sono un reietto da scansare? Vengo accettato ma in seconda fila? Meglio di me è il mio povero vicino che ha sempre goduto e speso tutto quello che ha guadagnato, che si è mangiato,poveretto, la casa al casinò di Nova Gorica, che è compatito e aiutato dal comune, che ha Sky,telefonino, macchina più lussuosa della mia e poca voglia di lavorare? Lui è il povero figliol prodigo meritevole del vitello grasso e io sono un maldicente ingeneroso, acido, soddisfatto e sazio, e quindi disperato, come direbbe quel cardinale, indegno per questo di far parte della suddetta chiesa? Forse perchè ho usato l'esempio del mio vicino, e quindi lo sfrutto come immagine? L'ho citato solo per spiegare ma non lo giudico e non lo danno,anzi siamo amici. Per finire,volevo sapere se lui è automaticamente più amato dalla chiesa e invece io sono un egoista auto-sufficiente da tenere lontano dalla ecclesia. Ma a parte il mio discorso veloce e forse confuso, mi resta la domanda? Chi sono e che cosa sono i poveri?

silvio ha detto...

Mi dai un ottimo spunto per scrivere qualcosa. La tua domanda è profondamente teologica. Devo reperire alcune fonti.