di Giovanni Fighera
In questi giorni leggendo i giornali e guardando i notiziari
tv si ha la sensazione che la novità del Papa Francesco sia spesso esaltata per
denunciare l’arretratezza del passato.
La settimana scorsa, nelle lettere al Direttore di Avvenire, quotidiano a cui sono
abbonato e molto affezionato, ho letto che la novità di Papa Francesco era già
stata profetizzata da Fogazzaro e dal suo libro Il Santo (1905), che sarebbe stato condannato dalla Chiesa poco
tempo dopo la pubblicazione. Una volta ancora, mi sembra che l’esaltazione di
Papa Francesco possa diventare, in maniera surrettizia, l’occasione per
attaccare la Chiesa, quella Chiesa che ha preso posizione storicamente nei
confronti dell’opera di Fogazzaro e del Modernismo. Ripeto, non si vuole qui
difendere ad ogni costo qualsiasi operato della Chiesa, ma si vuole
sottolineare come i cattolici alla fine, coscienti o non coscienti, possano
rendere un cattivo servizio nei confronti della propria Madre Chiesa.
Chi legge la lettera inviata al quotidiano e la risposta del
Direttore, più che spalancarsi alla domanda e alla ricerca su quanto accaduto,
potrebbe percepire un giudizio sull’arretratezza e la chiusura della Chiesa,
che conferma quei tanti luoghi comuni che la propaganda anticlericale e
anticristiana ha promosso negli ultimi secoli. E allora domandiamoci: che
cos’era il Modernismo? Perché la Chiesa prende posizione nei suoi confronti e
nei confronti del romanzo di Fogazzaro?
Nell’Enciclica Pascendi
Dominici gregis (1907) San Pio X scrive: «Per costoro (i Modernisti) è
fisso e determinato che la scienza e la storia debbano esser atee; entro
l'àmbito di esse non vi è luogo se non per fenomeni, sbanditone in tutto Iddio
e quanto sa di divino. Dalla quale dottrina assurdissima vedrem bentosto che
cosa siasi costretti di ammettere intorno alla persona augusta di Gesù Cristo,
intorno ai misteri della Sua vita e della Sua morte, intorno alla Sua
risurrezione ed ascensione al Cielo. Vero è che l'agnosticismo non costituisce
nella dottrina dei modernisti se non la parte negativa; la positiva sta tutta
nell'immanenza vitale. […] Queste cose, o Venerabili Fratelli, abbiam creduto
di scrivervi per salute di ogni credente. I nemici della Chiesa certamente ne
abuseranno per ribadire la vecchia accusa, per cui siamo fatti passare come
avversi alla scienza ed al progresso della civiltà. […] Tali accuse […] trovano
smentita in ogni pagina della storia della Chiesa». Il Modernismo riduce la
fede a fatto intimistico, dipendente dalla coscienza dell’individuo, non dalla
Rivelazione, riduce il valore dei sacramenti, dei dogmi, del Magistero della
Chiesa, della Bibbia, separa il Gesù della fede dal personaggio storico. Non ci
si può qui addentrare nella complessità della questione, anche se penso che
risultino chiare le ragioni per cui il Papa Pio X sentisse la serie
preoccupazione di prendersi cura del popolo di Cristo e di metterlo in guardia
dalle nuove dottrine moderniste che, con la scusa del compromesso con le nuove
discipline scientifiche, svuotavano di fatto il cristianesimo.
Ora, questo Papa che in maniera categorica, senza paure e
compromessi mette in guardia il suo popolo dal prurito di udire cose nuove (per
dirla con san Paolo), è presentato nel romanzo di Fogazzaro di due anni prima Il Santo (1905) a colloquio con
Benedetto (che sarebbe il Santo) in questo modo: «Figlio mio, disse Sua
Santità: alcune di queste cose il Signore le ha dette da gran tempo anche nel
cuore mio. Tu, Dio ti benedica, te la intendi col Signore solo; io devo
intendermela anche cogli uomini che il Signore ha posto intorno a me perché io
mi governi con essi secondo carità e prudenza; e devo sovratutto misurare i
miei consigli, i miei comandi, alle capacità diverse, alle mentalità diverse di
tanti milioni di uomini. Io sono un povero maestro di scuola che di settanta
scolari ne ha venti meno che mediocri, quaranta mediocri e dieci soli buoni.
Egli non può governare la scuola per i soli dieci buoni e io non posso
governare la Chiesa soltanto per te e per quelli che somigliano a te. […] E poi
sono vecchio, sono stanco, i cardinali non sanno chi hanno messo qui, non
volevo. Sono anche ammalato, ho certi segni di dover presto comparire davanti
al mio Giudice. Sento, figlio mio, che tu hai lo spirito buono ma il Signore
non può volere da un poveruomo come me le cose che tu dici, cose a cui non
basterebbe neppure un Pontefice giovine e valido. Però vi sono cose che
anch’io, con il Suo aiuto, potrò fare; se non le cose grandi, almeno altre
cose. Le cose grandi preghiamo il Signore che susciti chi a loro tempo le
sappia fare e chi sappia bene aiutare a farle».
Orbene, ma qual è questa modernità, questo cambiamento di
cui si deve far portavoce la Chiesa? Se studiamo l’epoca, i maggiori
rappresentanti del Modernismo, troviamo alcune risposte. Sentiamo uno degli
autori più significativi del Modernismo, Alfred Loisy, che Fogazzaro aveva
letto e apprezzato: «Non ammettevo che Cristo avesse fondato la Chiesa né i
sacramenti; professavo che i dogmi si erano formati gradualmente e che non
erano immutabili; analoghe considerazioni esprimevo in merito all'autorità
ecclesiastica, alla quale attribuivo la funzione di un apostolato d'educazione
umana, senza riconoscerle in alcun modo un diritto assoluto, illimitato,
sull'intelligenza e sulla coscienza dei credenti. Non mi limitavo dunque a
criticare Harnack, ma insinuavo pure con discrezione, ma con efficacia, una
riforma essenziale dell'esegesi ricevuta, della teologia ufficiale, del governo
ecclesiastico in generale» (Mémoires).
Orbene, in Italia il romanzo Il Santo veniva regalato ai preti perché si formassero, ebbe un
successo incredibile, promosse come nessuna altra opera il Modernismo nel
nostro paese.
Non intendo aprire qui la questione complessa sulla
religiosità di Fogazzaro, studiata e trattata in tante opere. So bene che già
qualche anno fa è stata promossa la riapertura del caso Fogazzaro. Non intendo
certo qui prendere posizione su tale problema. Voglio solo ribadire che la
Chiesa a livello storico aveva ragioni ben chiare per prendere posizione nei
confronti del Modernismo. La novità che Fogazzaro auspicava era questa apertura
al mondo, alle sue mode e al suo credo? Quando Papa Francesco afferma che si
deve andare nel mondo non intende dire che bisogna diventare del mondo. Il
Modernismo non è morto, ha solo cambiato nome e può essere senz’altro inserito
nell’ambito più generale del relativismo. Non spiegare cosa fosse il
Modernismo, l’incompatibilità con la posizione della fede cattolica, la
necessità di dare un giudizio da parte della Chiesa e parlare del povero Papa
Pio X (san Pio X) che non poteva piegarsi alle istanze di rinnovamento (leggasi
Modernismo), perché solo, è operazione antistorica, che toglie valore
all’operato storico della Chiesa.
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