di Stefano Fontana
E’ ormai da tempo che tra i papabili ad essere eletti alla
Presidenza della Repubblica circola il nome di Emma Bonino. Ora, per una serie
di contingenze politiche la cosa si sta facendo ancora più insistente. E
preoccupa.
Sulla prossime elezioni del sostituto di Napolitano si gioca
un’importante partita politica. Anzi, la vera partita politica. Tutto il resto
ne dipende, compreso il futuro governo. Tutti lo sanno ed è per questo che la
tattica e il surplace hanno la meglio.
Il Pd ha due spinte interne. Una è la tentazione di Bersani
di eleggere Romano Prodi con il “metodo Grasso”, ossia alla chetichella, senza
accordi previ di natura organica. In questo modo si eleggerebbe un Presidente
“di parte” e non rappresentativo della maggioranza degli italiani. Dal punto di
vista di Bersani ne varrebbe la pena, però, perché così facendo si metterebbe
in angolo Berlusconi e lo si accerchierebbe definitivamente con un Presidente a
lui ostile. Certo, una “occupazione” di tutte le cariche istituzionali dopo
aver “pareggiato” le elezioni comporterebbe, a lungo andare, molte conseguenze
negative, ma nell’immediato potrebbe dare dei frutti. L’altra tendenza interna
al Pd vuole scegliere un Presidente non di “parte” e quindi gradito anche al
Pdl, come base per un successivo governo di unità nazionale con dentro anche il
partito di Berlusconi.
In questo quadro è possibile che si trovi una convergenza
proprio sul nome della Bonino. Mara Carfagna, del Pdl, l’ha indicata, seppure a
titolo personale, come una persona gradita. Il segretario del Partito
socialista Nencini l’ha proposta. Sta montando sui media la campagna pro
Bonino. Lo scorso 4 aprile Il TG2 ha dedicato un lungo servizio sulle donne in
politica che terminava con la Bonino. “Io voglio Emma Bonino Presidente” è il manifesto
lanciato dai Radicali nella loro pagina face book. Il 5 aprile è uscito il
solito sondaggio SWG secondo il quale Emma Bonino sarebbe al primo posto anche
nel gradimento degli italiani. In precedenza era uscito un analogo sondaggio
secondo cui tra i Grillini Emma Bonino, insieme a Rodotà e a Zagrebelski, era
ai primi posti. Insomma: la consueta macchina propagandistica è iniziata alla
grande. I deputati cattolici nel frattempo tacciono (o quasi), come pure il
mondo cattolico in quanto tale, che sembra ormai pronto ad accettare tutto (o
quasi) dopo aver deciso di poter votare tutto (senza quasi).
L’elezione alla Presidenza della Repubblica di Emma Bonino
sarebbe un fatto gravissimo per l’Italia. Lei rappresenta una cultura radicale
fatta di etica libertaria ed esasperato individualismo. In questi decenni Emma
Bonino e i Radicali hanno decostruito tutti i principali valori su cui si era
retta la società italiana. Non sono stati gli unici, naturalmente, in quanto di
numero esiguo, ma ne sono stati l’avanguardia e la Bonino ne è il simbolo. Le
cosiddette battaglie per “i diritti civili” hanno portato in Italia le leggi
sull’aborto e sul divorzio, che la Bonino considera ora troppo restrittive. La
sua linea è per la depenalizzazione delle droghe, per l’apertura ad ogni “tipo”
di famiglia, per la completa autodeterminazione circa il fine vita, per il
suicidio assistito. In tema di fecondazione artificiale la Bonino è per
l’abolizione della legge 40, o la sua definitiva apertura, a favore di un
completo “fai da te” in tutta questa delicata problematica. La Bonino è per
l’ideologia del gender, per la distribuzione senza limiti della cosiddetta
“contraccezione d’emergenza” a carattere abortivo, per il mercato della banche
del seme, per l’utero in affitto. La Bonino è per liberalizzare tutto,
individualizzare completamente l’etica sociale, superare definitivamente la
natura. E’ liberista sfrenata in economia ed è libertaria sfrenata in etica
sociale. Rappresenta l’ideologia della borghesia moderna allo stato puro, che è
un’ideologia nichilista. Quando parla – e ne parla spesso – di legalità e di
diritto, li intende in modo assolutamente contrattualistico, senza il minimo
riferimento ad una eventuale e remota legge di natura, nemmeno nelle forme
aggiornate a cui hanno approdato alcuni intellettuali laici.
Con lei al Quirinale avremmo una interpretazione puramente
formalistica, più che positivistica, e non sostanziale della Costituzione,
senza riferimento ad un suo retroterra culturale e antropologico. Emma Bonino non
rappresenta gli italiani. Sarebbe un Presidente non condiviso e non
condivisibile. Esporrebbe la massima carica della Repubblica all’obiezione di
coscienza. Toglierebbe alla nostra Costituzione la terra sotto i piedi.
La storia di Emma Bonino - chi
è veramente e cosa vuole la leader radicale - vale la pena essere conosciuta.
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