lunedì 15 aprile 2013

La Francia si desta contro la dittatura del non senso


Stralci dall’Omelia di Padre Bernard Domini della Famiglia missionaria di Nostra Signora, in occasione della S. Messa d’apertura dell’Assemblea generale di “Choisir la vie” (“Scegliere la vita”), un’associazione francese per la difesa della vita - 6 aprile 2013.

[…] Circa l’attuale dittatura del relativismo e la nostra lotta per la difesa della famiglia, dell’amore onesto e della vita, m’è sembrato assai importante riattivarmi ancora una volta. Ho partecipato a diverse marce per la vita e ho apprezzato l’ardore e l’energia di Cecilia [Edel, figlia del fondatore, ndr] che ha parlato alto e forte contro la Legge Veil (1975), la quale ha liberalizzato l’aborto in Francia e che oggi, praticamente, nessun politico vuole rimettere in discussione.
Pertanto, questa legge è iniqua: essa ha reso legale il massacro di più di otto milioni di bambini in Francia e di quasi un miliardo e quattrocento milioni in tutto il mondo. Viviamo forse la più grande guerra mondiale di tutti i tempi? 

C’è qualcuno che osa alzare la voce? Giovanni Paolo II, Madre Teresa e il professor Jérôme Lejeune sono stati coraggiosi a denunciare questi crimini contro l’umanità. Il vostro fondatore Michel Raoult, il papà di Cecilia, fu anche lui molto coraggioso.
Non l’ho incontrato che una sola volta, al tempo del [mio] viaggio in aereo da Parigi a Roma e del successivo spostamento in autobus nella Città Eterna, in occasione del Giubileo delle Famiglie, nell’anno 2000. Non l’ho più dimenticato e per questo sono qui con voi, in questo primo sabato d’aprile.

Vorrei rispondere, in quest’ottava di Pasqua, a una questione che sembra fondamentale: quale vita dovremmo mai scegliere? La Parola di Dio ci dà gli elementi essenziali per la risposta corretta. In questo tempo pasquale Dio, per mezzo della Chiesa, ci rivela che la vita umana non è [stata costituita] in vista della morte eterna, ma della vita eterna, attraverso la partecipazione alla risurrezione di Gesù, il Vivente! […]
La risurrezione di Gesù rivela che tutta la vita umana, dall’eternità, è richiamata da Dio a partecipare alla vita di Gesù risorto e alla vita eterna in Dio. Tutta la vita umana è sacra, dunque, poiché è dono di Dio e si compie in Dio! Scegliere la vita, significa allora optare per promuovere e difendere la dignità di ogni essere umano, dal concepimento alla sua fine naturale. […]

Gli scienziati non sono affatto - non più - i creatori della vita umana. Essi possono certamente manipolarla, ma poi non rispettano la Legge naturale, tentando così di occupare il posto di Dio, il Creatore, il Signore della vita! I due gameti, l’ovulo e lo spermatozoo, assolutamente necessari per il concepimento d’una nuova persona umana, non possono essere prodotti né dall’uomo o dalla donna, né dagli scienziati. Essi fanno parte della natura umana: è un’evidenza scientifica. Chi è all’origine di questa natura? La filosofia realista che si somma alla realtà lo indica con certezza: Dio!

Il dottor Pierre Simon, nel suo libro La vita innanzi tutto [De la vie avant toute chose, Mazarine, Parigi 1979], ha rivelato chiaramente la natura della sua battaglia ideologica: la vita non è più sacra, Dio non ne è il Signore, ma è una produzione umana. Questa ideologia, assai pericolosa, mostra che l’odierna battaglia in Francia non riguarda soltanto il matrimonio omosessuale, ma l’intera Legge naturale e il suo ultimo fondamento: Dio. Le culture del relativismo combattono la Verità - che è Dio - e la Chiesa, che trasmette tale Verità. Esse vogliono imporre alla Francia e alle Nazioni europee un’ideologia contraria alle loro radici cristiane.
Noi non abbiamo il diritto di rimanere in silenzio, perché c’è di mezzo il futuro della Francia, dell’Europa e del mondo. Se le leggi nazionali europee si emanciperanno completamente dalla Legge naturale, l’Europa sarà perduta. Rigettare la Legge naturale è rigettare Dio, rigettare il Cristo, rigettare le vere fondamenta dei Diritti umani. Significa pure rendere impossibile l’edificazione della civiltà dell’amore, che non può fondarsi se non sulla verità, la giustizia, la libertà, la pace, l’amore e il perdono.
[…]

Non ci vergognamo di Cristo, non abbiamo paura di essere cristiani. La religione cristiana non è nemica della democrazia, né della ragione. Essa non è il problema delle democrazie europee, ma la soluzione. La ragione e la fede - disse Giovanni Paolo II - «sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità» [Enciclica Fides et ratio, 1998].

La “Dea Ragione” è oggi sostituita da un’altra divinità del rinato paganesimo: il “non senso”, che vuole imporre a tutti la schiavitù della carne. Ma, grazie a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI, la fede viene in soccorso alla ragione. Le generazioni di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si destano. Il risveglio della Francia è cominciato […].

(traduzione dal francese a cura di Silvio Brachetta)

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